Regole, regole, regole. Capire quando (e come) andare in pensione non è mai semplice. In alcuni casi i calcoli possono rivelarsi molto complessi. Per questo il consiglio resta sempre quello di rivolgersi al patronato Inca presente in tutte le camere del lavoro della Cgil.
Caterina Di Francesco, Inca nazionale, ai microfoni di Collettiva ha cercato di sintetizzare alcune situazioni. “I lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata accedono al pensionamento con i requisiti previsti per gli assicurati per la prima volta dal primo gennaio 1996, cioè per i cosiddetti contribuitivi puri”.
“Nel 2024 la pensione anticipata si può chiedere a 64 anni di età, con 20 anni di contribuzione effettiva a condizione che l’importo del trattamento sia di almeno 1604 euro mensili. L’importo è leggermente ridotto per le donne con figli. Per avere questa pensione bisogna quindi aver percepito compensi elevati. Inoltre è prevista la finestra di uscita e un importo massimo erogabile”.
“La pensione di vecchiaia – ha spiegato Caterina Di Francesco – può essere ottenuta a 67 anni di età con vent’anni di contributi a condizione che l’importo mensile superi i 535 euro. In mancanza di questi requisiti è possibile andare in pensione a 71 anni di età con 5 anni di contribuzione effettiva indipendentemente dall’importo maturato”.
“Le lavoratrici madri possono anticipare le età del pensionamento di 4 mesi per ciascun figlio, massimo un anno. Gli iscritti in diverse gestioni possono unire la contribuzione posseduta e accedere anche ad altri trattamenti oltre a quelli citati”.
“Per verificare le varie possibilità di pensionamento e i relativi calcoli – ci ha detto Caterina Di Francesco – il consiglio è quello di rivolgersi al patronato Inca presente in tutte le camere del lavoro della Cgil”.