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Tutti a terra. Dopo giorni e ore di inutili sofferenze psicologiche su corpi e volti già stravolti dalla vita, questa linea del governo, senza senso e senza umanità, è stata cancellata dall'esito del sopralluogo della commissione medica che ha scritto la parola fine in fondo a questo scempio. Tutti a terra, la vita di questi migranti finiti, sfortuna nella sfortuna, nelle maglie della speculazione politica della sgangherata compagine post fascista a guida Meloni, riparte dall'ultima linea di confine tra umanità e disumanità che si era spostata temporaneamente a Catania.
Nel porto all'ombra dell'Etna la perversione dell’estrema destra e la sua posa fascista, eternamente forte con i deboli, aveva misurato il suo potere sulla pelle dei disperati, giocando a sommersi e salvati. “Tu sì, tu no”, era stata l'assurda cantilena di questi giorni scanditi da una disumana burocrazia secondo la quale, in base a criteri confusi e arbitrari, ai fragili era concessa la terra promessa, il suolo europeo, agli altri, al carico residuale, il divieto di lasciare la nave. Una strategia difesa senza vergogna dal ministro dell'Interno Piantedosi che in una manciata di giorni è riuscito a fare peggio di Salvini in oltre un anno, come ci ricordava ieri al telefono il segretario generale della Cgil siciliana, Alfio Mannino, quando ancora non si sapeva che in serata tutto sarebbe finito.
“Quello che sta accadendo è oltre la follia che vivemmo ai tempi della Diciotti, quando a dirigere le operazioni era il ministro dell’Interno Salvini. Era più coerente la scelta di allora di non far sbarcare nessuno. Oggi invece si mettono in competizione le persone, si dividono i fragili, caricando di responsabilità i medici, poiché non si sono compresi appieno i criteri in base a cui alcuni scendono, altri no. Del resto, dopo giorni e giorni di navigazione, tra naufraghi e recuperati a mare da meno di una settimana, chi è che non sarebbe in una condizione di fragilità? Il governo gioca con la pelle di queste persone, in un momento in cui il Paese avrebbe urgente bisogno di risposte sul piano economico e sociale”.
In tarda serata la notizia che i migranti rimasti ancora bordo della GeoBarents sono stati sbarcati. A breve la stessa sorte dovrebbe toccare anche ai migranti della Humanity 1 che a pranzo avevano iniziato uno sciopero della fame. A surclassare la follia del governo Meloni è stata l'Unione europea che ha detto, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'Italia stava violando la legge.
Per giorni la Cgil insieme a molte altre associazioni e soggetti della società civile aveva presidiato il porto di Catania in solidarietà con i migranti, per protestare contro il governo di Roma, ma anche contro il silenzio delle istituzioni locali e della Regione e per sensibilizzare la cittadinanza. Uno schieramento ampio che aveva promosso proprio per mercoledì pomeriggio un presidio di lotta. C’era la Rete antirazzista, la Rete Restiamo umani, la Rete degli studenti medi, Colapesce, l'Anpi, l'Arci, Libera, le associazioni regionali ambientaliste, la società civile, l’antimafia.
La richiesta di sbarco immediato alla fine è stata soddisfatta. "Una prima buona notizia", hanno commentato soddisfatti Alfio Mannino e la segretaria confederale della Cgil nazionale, Tania Scacchetti, che avrebbe partecipato al presidio di Catania di questo pomeriggio per testimoniare l’attenzione del sindacato all'evolversi della situazione. “Siamo convinti – scrivono i due dirigenti in una nota - di avere contribuito a questo risultato, noi della Cgil assieme a tutte le associazioni che hanno presidiato in questi giorni il porto di Catania in segno di solidarietà ai migranti e per chiedere soluzioni all’insegna dell’umanità e dell’accoglienza”.
Mannino e Scacchetti rilevano a tal proposito “lo straordinario impegno profuso dalla Camera del lavoro di Catania, che non ha mollato un solo attimo. Il nostro – sottolineano - è Paese d’accoglienza, la Sicilia è terra di accoglienza per eccellenza, una tradizione che è d’obbligo confermare facendo sempre salva la dignità e la sicurezza delle persone, evitando decisioni che possono alimentare malessere e odio sociale e ingiustificate tensioni”.
I due sindacalisti sostengono che “questa vicenda per certi versi incredibile, ha dato tutta l’impressione che si sia voluto soffiare sul fuoco e alimentare polemiche per distogliere l’attenzione dai problemi reali del Paese e metterli in sordina”. Lo sbarco dei migranti non fa però certo venire meno l’indignazione e la contrarietà rispetto alle decisioni assunte in questi giorni dal governo, contrarie a ogni norma di diritto internazionale oltre che al rispetto della dignità umana. Indignazione e contrarietà su cui si sono mobilitate e continueranno a mobilitarsi moltissime associazioni e moltissimi cittadini in tutta Italia, in segno di grande solidarietà e vicinanza.
Per questo la Cgil afferma di “avere tutta l’intenzione di proseguire assieme alle altre associazioni democratiche la propria iniziativa perché si affermino nel nostro Paese e in Europa politiche dell’immigrazione giuste all’insegna dei principi di umanità e accoglienza”.