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Oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sono tantissimi gli appuntamenti in giro per l’Italia nei quali scendere in piazza e manifestare. Cgil in prima linea ovunque per ribadire in questa data simbolica la lotta che il Quadrato rosso compie ogni giorno al fianco delle donne. “Le donne e gli uomini della Cgil saranno presenti alle tante manifestazioni organizzate in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, a partire da quella che si terrà sabato 25 novembre a Roma al Circo Massimo, come in tutte le altre piazze d'Italia”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale.
Roma
“Sabato 25 novembre saremo in piazza, insieme alle associazioni femministe e femminili, in occasione della manifestazione nazionale indetta da Non una di meno, dalle ore 14.00 a Circo Massimo – scrive la Cgil di Roma e del Lazio in un post su Facebook –. Ci vediamo in piazza per dare la voce a tutte quelle donne che non sono libere di autodeterminarsi e contro ogni forma di discriminazione, violenza, sfruttamento, disuguaglianza che affondano le proprie radici nella cultura patriarcale”.
"Scendiamo in piazza per affermare che il problema è tutto quello che viene prima delle azioni più efferate e brutali, perché non si può superare la violenza contro le donne se non si abbatte la cultura che la genera, la normalizza e la legittima - si legge nella nota della Cgil capitolina –. Su questo è fondamentale l’impegno degli uomini, che devono fare i conti con la propria violenza e fragilità, perché sono due elementi strettamente connessi”.
Ieri mattina, 24 novembre, davanti alla sede della Cgil di Roma e del Lazio di via Buonarroti, è stato appeso uno striscione con lo slogan ‘Adesso basta! Il lavoro contro il patriarcato'.
“Siamo convinti infatti che un vero cambiamento culturale e sociale possa avvenire se cambia anche il mondo del lavoro perché i dati sull'occupazione delle donne sono negativi ed evidenziano una loro marginalizzazione e discriminazione strutturale". Così, in una nota, la Cgil capitolina.
"Nel 2022 - continua la nota - le donne tra i 25 e i 34 anni escluse dal mercato del lavoro sono state il 30,3% mentre per gli uomini il tasso scende al 18,6%,; tra i 35 e i 49 anni il gap di genere si allarga ancora di più: il tasso di inattività per le donne è del 27,5%, per gli uomini dell’8,8%. Nella Capitale le percentuali sono leggermente più basse: il 29,5% e il 24,1% nelle due fasce di età individuate, che fanno emergere una maggiore difficoltà per le donne che abitano nelle altre province del Lazio a far parte del mercato del lavoro.
Per il 46% delle donne tra i 25 e i 34 anni l’inattività lavorativa è causata da motivi familiari (per gli uomini si sfiora il 4%); tra i 35 e i 49 anni si sale al 57% per le donne contro il 7% degli uomini. Inoltre le donne perdono il lavoro più facilmente degli uomini e lo ritrovano con maggior difficoltà. Tra i 20 e i 64 anni il 5,2% delle donne è senza lavoro da almeno 12 mesi, per gli uomini il tasso di disoccupazione di lunga durata scende al 3,9%.
Le lavoratrici del Lazio sono mediamente più povere dei lavoratori. La maggiore differenza si registra nel settore pubblico (10.349€), dove il gap è legato anche agli avanzamenti di carriera e al differente tasso di copertura di ruoli dirigenziali tra uomini e donne.
A incidere sul fenomeno sono anche il part time, la precarietà, l’occupazione in settori e profili professionali meno qualificati. Nel 2022, sul totale dei contratti in essere a tempo indeterminato nel settore privato non agricolo, il 47% delle donne è inquadrata con un part time, mentre per gli uomini la percentuale scende al 20%.
Quanto alle nuove assunzioni per le donne è meno frequente l’applicazione di un contratto a tempo indeterminato mentre, rispetto agli uomini, trovano più facilmente occupazione tramite le agenzie per il lavoro, occupazione per sua natura precaria perché legata ad accordi commerciali tra le imprese e le agenzie.
Tutto questo significa che solamente nel settore privato non agricolo del Lazio il 49% delle donne percepisce una retribuzione annua non superiore ai 15mila,15 punti percentuali in più rispetto agli uomini: parliamo di oltre 370mila lavoratrici.
Il nostro impegno deve essere quello di cambiare questi numeri che raccontano quanto siano forti le disuguaglianze di genere nel lavoro. Per questo chiediamo alla Regione Lazio e al Comune di Roma di aprire la discussione con le parti sociali su quali scelte mettere in campo per superare il patriarcato nel mercato del lavoro e migliorare la società".
Napoli
“Cammini…Amo senza paura” è il titolo scelto da Cgil Napoli e Campania, Dream Team, ANPI, Libera, La Casa dei Popoli Aps, RhYWalk per l’iniziativa in programma sabato 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una camminata per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della non violenza e creare maggiore consapevolezza in chi subisce la violenza, per fare in modo che le azioni distruttive nei confronti di donne e ragazze non rimangano nascoste e impunite.
La camminata partirà da Piazza Vittoria, con concentramento alle ore 10:00 e partenza alle ore 10,30, per poi percorrere il Lungomare fino a Piazza Plebiscito. Al termine del corteo ci sarà un flash mob. Sarà indossato qualcosa di rosso, simbolo della lotta delle donne e della loro autonomia nelle scelte di vita. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Napoli.
“La lotta per la tutela dei diritti delle donne – sostiene la Cgil Napoli e Campania - ha bisogno oggi più che mai di essere portata avanti: è necessario contrastare non solo la violenza in tutte le sue forme, da quelle fisica a quella economica, ma anche impedire le molteplici forme di discriminazione che impediscono alle donne di affermarsi al pari degli uomini nel mondo del lavoro e nei ruoli decisionali e politici”.
Milano
"Non sono io, sei tu" è con questo slogan che Cgil Cisl Uil Milano lanciano la campagna in occasione della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
Le ultime notizie e i numeri del fenomeno ci rappresentano una dimensione impressionante. I sindacati milanesi sono quotidianamente impegnati sul territorio per promuovere una cultura del rispetto della dignità delle persone rifiutando ogni forma di violenza: l'esercizio della contrattazione, una rete di punti di ascolto e di sportelli per fornire assistenza sono gli strumenti che mettiamo a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori e della cittadinanza tutta.
In questi giorni inizierà una campagna social dal titolo "Non sono io, sei tu" e, come negli anni passati, il prossimo 25 novembre Cgil Cisl e Uil di Milano hanno scelto di impegnarsi in questa giornata incontrando le persone e diffondendo materiale informativo: quest'anno abbiamo scelto il mercato di viale Papiniano ove saremo presenti a partire dalle 9 e nelle ore successive ci uniremo alla città al presidio in via Beltrami - Largo Cairoli.
Bologna
La Camera del Lavoro Metropolitana Cgil di Bologna ha partecipato al presidio che si è svolto giovedì 23 novembre, in Piazza Nettuno a Bologna.
“Di fronte agli ennesimi femminicidi degli ultimi giorni, nessuna e nessuno può sentirsi estraneo – scrive in una nota la Cgil bolognese –. Abbiamo bisogno di riflettere sulla cultura e la qualità delle relazioni in tutti i contesti, famigliari, lavorativi e nella società, per trasformarle nel senso del pieno rispetto, dell’uguaglianza e della reciprocità, rifiutando qualsiasi modello basato sulla prevaricazione”.
“La violenza maschile contro le donne è un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza, sviluppo e pace nonché una palese violazione dei diritti umani”.
Palermo
“R-Esistiamo”: è la rivendicazione che lancia la Cgil Palermo che con il proprio Coordinamento Donne ha organizzato per sabato 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un presidio a partire dalle ore 17 in piazza Verdi.
Saranno in piazza le donne e gli uomini della Cgil, delle sue categorie e dei servizi, per un’iniziativa di rivendicazione, denuncia, volantinaggio, sensibilizzazione, confronto.
Tutti avranno indosso una maglietta rossa che raffigura una Donna che si aggrappa a un soffione e dai soffioni è circondata. Il soffione, spiega l’autrice Daniela Vancheri, segretaria della Flc Cgil Palermo “è il fiore di una pianta perenne, infestante, dal significato simbolico positivo: rappresenta la forza delle donne, la cultura del dissenso verso l’oppressione femminile, che serpeggia ma non riesce ancora ad essere realmente promossa”.
Durante il pomeriggio sarà distribuito il volantino con la piattaforma rivendicativa promossa dagli uomini e dalle donne della Cgil Palermo. Al microfono interverranno la segretaria Cgil Palermo Laura Di Martino, la responsabile del coordinamento donne Enza Pisa e dirigenti sindacali uomini e donne delle categorie. Tra gli interventi programmati, quelli di Adriana Argento, assistente sociale dell’associazione Millecolori onlus e responsabile del centro antiviolenza “Lia Pipitone”, e di Francesco Seminara, dell’associazione “Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne”. Prevista anche una testimonianza diretta. Conclude il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo.
Nel corso della manifestazione, si terranno anche due momenti di spettacolo, la performance “Fatte di Carne” di Collettivo Euphoria e l’animazione musicale itinerante dei tamburi della CRIsPeace Tribal band, una band composta da donne.
“L’iniziativa – spiegano la segretaria Cgil Palermo Laura Di Martino e la responsabile del coordinamento donne Enza Pisa - è aperta alla città, a chiunque voglia aderire per creare alleanza, fare rete e sinergia, per ripristinare il senso di solidarietà per affrontare un tema, la violenza sulle donne, che riguarda la società tutta, ogni giorno, nella vita e sul lavoro. R-esistiamo, significa resistere ed esistere. Stare insieme, per fermare questa strage”.
“Uomini e donne – aggiungono Di Martino e Pisa - indosseranno la maglietta rossa per abbracciare la metafora del ‘soffione’ inneggiante al diritto alla vita, insieme per la trasformazione sociale, per quella rivoluzione culturale necessaria per eliminare la cultura del possesso e della sopraffazione. Servono interventi urgenti e concreti per mettere fine ai femminicidi e per contrastare tutte le forme di molestie e violenze di genere”.
Per il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo “bisogna partire dagli uomini, perché sono gli uomini che esercitano violenza sulle donne. Occorre sradicare una cultura maschilista arcaica che non riconosce alle donne stessi diritti e opportunità. Nessuna persona è proprietà privata e la differenza di genere è un valore aggiunto. Serve un salto culturale che parta dall’educazione all’affettività, al rispetto e alle differenze di genere, introducendo il tema della parità, del contrasto alla violenza di genere e all’omotransfobico. Stabilità e qualità del lavoro sono vitali per permettere alle donne di emanciparsi da una relazione violenta ed essere realmente libere”.
Tra i punti della piattaforma che impegna la Cgil c’è la richiesta di potenziare i consultori in città e in provincia senza la presenza di medici obiettori, il sostegno nel percorso di denuncia e nella rete dei servizi attorno al numero 1522, l’apertura h 24 delle case rifugio e dei centri di accoglienza per le emergenze, l’attivazione di sportelli di ascolto in tutte le scuole e le università, una sanità a misura di genere, il sostegno economico verso l’inserimento/reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, certezza della pena e misure restrittive e rieducative che scongiurino recidive. Si chiede con forza la promozione della cultura del consenso, dell’uguaglianza intersezionale, del rispetto, della condivisione nelle famiglie, nelle scuole nei luoghi di lavoro, nella società tutta per dare vita ad un vero cambiamento socio culturale che porti all’eliminazione del patriarcato e della violenza sulle donne e di genere.
Torino
"Donne, diritti e dignità: per Giulia e per tutte. C'è ancora molto da fare, ma partiamo da qui: oggi, in tutti i cortei e in tutti i palchi delle manifestazioni del Piemonte – scriveva ieri su Facebook la Cgil regionale in occasione dello sciopero generale nel Nord Italia – abbiamo esposto il nostro striscione a memoria della questione di genere, abbiamo diffuso il nostro appello e abbiamo fatto un minuto di rumore. Fermare la strage di donne vittime di femminicidio, nel nostro Paese, è un imperativo e deve essere l’impegno di tutti e tutte: nella privata dimensione e nei percorsi collettivi, delle Istituzioni e di tutto il sindacato”.
Ieri, venerdì 24 novembre, presso il Teatro dell’Istituzione Superiore “Giulio Natta”, in Via XX Settembre 14 /a a Rivoli, in provincia di Torino, alle ore 16.30, si è svolto un convegno dal titolo “Annalisa, una donna, una vita”, dal dramma, all’operare per il cambiamento. Un’iniziativa per parlare del ruolo della scuola e dell’educazione nel contrasto alla violenza sulle donne.
Organizzato dalla Flc Cgil, l’evento è stato organizzato a Rivoli dove viveva Annalisa D’Auria, giovane donna assassinata dal marito lo scorso ottobre. La sua storia, quella di una madre di soli 32 anni ferita a morte dal compagno diventato il suo carnefice, racconta dell’ennesimo femminicidio registrato nel nostro Paese.
“Abbiamo scelto di raccontarla, questa vita interrotta – scrive il sindacato in una nota – per innescare un cambiamento culturale, partendo proprio dal ruolo dell’educazione nel contrasto alla violenza di genere. Un’iniziativa che è partita dalla scuola, l’IIS Dalmasso di Pianezza, in cui la donna lavorava come collaboratrice scolastica”.
Programma del convegno
Introduce:
Paola Matteucci, FLC CGIL Torino
Intervengono:
Stefano Bruno, Dirigente Scolastico IIS Dalmasso di Pianezza
“Come può reagire una Comunità?”
Elena Ferro, Segreteria CGIL Torino - Politiche di genere e rapporti con associazioni
“Il ruolo del sindacato nel contrasto alla violenza di genere”
Claudia Dogliani, Presidente CIDI Torino
“Il ruolo della scuola nella prevenzione di ogni forma di discriminazione e violenza”
Stefano Rossetti, Insegnante scuola secondaria di secondo grado
“Con rispetto parlando: cosa ci insegnano le storie di violenza”
Elena Rigano, Insegnante scuola dell'infanzia
“Essere in gioco: riflessioni su pratiche di socialità a scuola”
Domenico Matarozzo, Ass. Nazionale Maschile Plurale e ass. Cerchio degli Uomini Torino
“La violenza maschile alle donne è una scelta e viene appresa, e come tale, come possiamo cambiare?”
Caserta
Per il 25 novembre la Cgil Caserta è impegnata in due iniziative per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Le donne che pagano il prezzo più alto nelle guerre, le donne vittime di violenza, discriminazioni, sfruttamento e disuguaglianze, le donne vittime di femminicidio, per mano degli uomini. Insieme, in piazza, per contrastare la cultura patriarcale che violenta, uccide ed emargina le donne. Il primo appuntamento sarà la marcia unitaria con Cisl e Uil, patrocinata dal Comune di Caserta, che partirà da piazza della prefettura alle 18,00, con una fiaccolata silenziosa contro il rumore delle bombe, fino a piazza Gramsci (Flora), dove deporremo dei fiori e una corona di alloro per Giulia.
A seguire, alle 19,00, il flashmob con le associazioni, dove saranno previsti interventi e dove " faremo rumore", per Giulia e per tutte le donne emarginate, violentate, uccise in ogni angolo del mondo.
Aosta
Ad Aosta è stata organizzata una iniziativa lo scorso 23 novembre dal titolo La contrattazione per contrastare la violenza di genere.
Reggio Emilia
"Adesso basta è lo slogan sotto il quale si è svolta la grande manifestazione di venerdì scorso a Reggio Emilia, in una giornata di sciopero partecipatissimo. E nessuna affermazione appare più opportuna di questa per condannare ancora gli ennesimi femminicidi, tra cui quello che ha reciso con inaudita ferocia la giovane vita di Giulia Cecchettin". Inizia così il comunicato firmato dalla segreteria della Cgil di Reggio Emilia e dedicato agli appuntamenti del 25 novembre.
“Sarà pensando a lei, a questa giovane donna che stava per laurearsi, e a tutte le altre (più di cento) che l’accompagnano in un devastante elenco, che sabato 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ribadiremo il nostro Adesso basta”.
Alle ore 10:00 nella Corte interna della Camera del Lavoro di via Roma, in mezzo a più di cento palloncini bianchi sospesi da terra, a rappresentare le donne uccise per mano di uomo, è prevista una lettura collettiva dei nomi di tutte le vittime di femminicidio di quest’ultimo anno: a futura memoria.
Alle ore 10:30 inaugurazione di una panchina rossa, donata dalla Filcams provinciale, che campeggerà all’interno della sede sindacale: a ricordare ogni giorno e a ogni ingresso, anche fuori dalle ricorrenze istituzionali, come perdere la vita a causa della violenza maschile sulle donne non sia più concepibile, perché mai lo è stato.
Alle ore 11:00 infine la Camera del Lavoro parteciperà alla camminata in rosso promossa dal Comune di Reggio Emilia.
“In questi giorni, in cui le parole – necessarie e parte fondamentale del processo di cambiamento - sono state tante è d’obbligo altresì chiedersi quali azioni concrete sia possibile mettere in campo. Come, oltre la ferma condanna e il più sentito cordoglio, sia possibile agire per arginare un fenomeno davanti al quale ogni volta ci si sente impotenti, ogni volta si spera che sia l’ultima. E allora certi che si debba partire dagli ambienti che si abitano – dalla famiglia, alla scuola, ai luoghi di lavoro – come Cgil iniziamo da ciò che viviamo quotidianamente: il nostro stesso posto di lavoro”.
“E per questo abbiamo deciso di rivolgere a uomini e donne della nostra Organizzazione un percorso formativo, a cura dell'associazione “Maschile Plurale”, per aprire una riflessione sui temi del sessismo nei contesti lavorativi, della promozione della parità, del superamento di logiche discriminatorie sulla base del genere. Prendersi cura della vita e del lavoro. In dialogo tra uomini e donne per ritrovare il senso e la qualità di quello che facciamo" è il titolo del progetto che si terrà tra novembre e dicembre e che risponde ad un impegno preciso che come Cgil portiamo avanti da anni, in cui accanto alla contrattazione collettiva ed aziendale, si promuovono campagne di formazione e informazione per provare a scalfire quel sistema gerarchico di potere e controllo che si alimenta di innumerevoli sfaccettature e che si chiama ancora patriarcato”.
“Accanto al piano più squisitamente formativo da sempre ne affianchiamo uno altro: quello più propriamente culturale. Nelle ultime settimane, solo per citare le ultime iniziative, sono state inaugurate due mostre: “Oltre Dafne fermare Apollo – immagini di storia e cambiamento in Italia” progettata da UDI nazionale (Unione Donne Italiane), visitabile fino al 30 novembre in Camera del Lavoro”.
“Si tratta di una mostra di grande valore storico eppure attualissima: attraverso immagini, fotografie, manifesti ed interviste rilancia l’eredità delle battaglie sindacali e politiche per la conquista dei diritti che hanno contribuito a cambiare norme, leggi e aspetti culturali della nostra società dal dopoguerra ad oggi”.
“Un’Immagine Contro gli Stereotipi di Genere” è invece il titolo di una selezione di grafiche tratte dalla mostra ospitata in Camera del Lavoro in occasione dell’8 marzo scorso e realizzata con gli studenti dell’Istituto “B.Pascal” di Reggio Emilia che viene ora ospitata, fino al 18 gennaio 2024, presso la Biblioteca di San Pellegrino “Marco Gerra”.
“Sabato 25 Novembre parteciperemo alla “camminata in rosso” dietro lo striscione della Camera del Lavoro e ci uniremo alle voci e alle presenze di uomini e donne, giovani e meno giovani, associazionismo, mondo dello sport, Istituzioni e cittadinanza. Convinti che solo insieme si possano gettare le basi di una società che spezza le catene del patriarcato che ancora ci permea: per il presente e per il futuro che ci aspetta. Perché “se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
Parma
Mercoledì scorso, 22 novembre, alle ore 17, nel Salone Trentin della Camera del Lavoro di Parma (via Casati Confalonieri, 5/A), si è svolta la consegna dei fondi raccolti a favore del Centro Antiviolenza di Parma, ben 4500 euro, grazie alla campagna lanciata nei luoghi di lavoro e nelle sedi sindacali da Women Cgil Parma in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”.
L'iniziativa si inserisce nella collaborazione consolidata da diversi anni tra la Cgil territoriale e il Centro Antiviolenza, avviata nella logica di compiere gesti concreti e tangibili di solidarietà e sostegno nei confronti delle vittime di violenze e abusi. “Il CAV rappresenta infatti sul territorio un fondamentale presidio di tutela e opportunità di riscatto per tutte le donne e i loro figli che fuggono da situazioni di violenza e sopruso domestico, che tuttavia necessita di continui finanziamenti e di una costante opera di informazione e promozione. Sostenerlo significa contribuire al cambiamento del paradigma maschilista che continua a vittimizzare le donne, impedendo di fatto un’evoluzione in senso paritario della nostra società”.
Alla consegna saranno presenti, insieme a delegate e delegati che hanno contribuito alla raccolta fondi, Samuela Frigeri, presidente CAV Parma, Paola Bergonzi, responsabile Politiche di Genere Cgil Parma, Silvia Sartori, responsabile Women Cgil Parma, Lisa Gattini, segretaria generale Cgil Parma”.
Siena
Ogni anno il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil e lo Spi Cgil portano nelle case dei senesi un messaggio contro la violenza sulle donne e lo fanno con il pane. Più di 30 forni della città e della provincia aderiscono infatti all’appello del sindacato confezionando il pane che esce dai loro negozi con una busta speciale dove campeggia lo slogan ‘La violenza contro le donne non può essere pane quotidiano’, un disegno realizzato dagli studenti del Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna e i numeri dei centri anti-violenza presenti sul territorio: Siena 347 2220188, Val d’Elsa 366 2067788, Amiata 392 4147596, Val di Chiana 329 3050686.
“È un’iniziativa alla quale siamo molto affezionate,” - affermano le donne del sindacato - “se da una parte coinvolge il mondo del lavoro e delle pensionate e pensionati, dall’altra impegna gli studenti e le studentesse a riflettere sulla tematica della violenza di genere. Fa conoscere i centri antiviolenza che si trovano nella nostra provincia e porta in migliaia di case un messaggio fondamentale. Crediamo che sia importante continuare a ripeterlo, molto più adesso che le cronache sono invase dall’orrore dell’ennesimo femminicidio”.
“Non siamo più disposte a sopportare oltre questa vergogna e crediamo si debba essere tutte e tutti impegnati nel cambiamento culturale di cui c’è bisogno. Non bastano le leggi e la repressione perché arrivano a fenomeno incardinato nella società, quando il guaio è fatto,” - affermano le donne della Cgil e le pensionate dello Spi Cgil - “la violenza nasce nella stessa cultura che produce la discriminazione nei luoghi di lavoro e nella società, disparità in ambito economico, molestie nei contesti professionali. Il femminicidio non è che il punto di arrivo di tanti processi che sono comunemente accettati come la normalità delle cose, ma non c’è niente di normale nel subire una molestia e dover rimanere in silenzio per paura. Non c’è niente di normale nel percepire uno stipendio o una pensione più bassa rispetto ad un uomo e doversi sobbarcare il carico di famiglie intere senza nessun riconoscimento. Non c’è niente di normale nei dati della disoccupazione femminile e della povertà delle donne in questo Paese. Crediamo che queste condizioni di vita abbiano molto a che fare con la violenza di genere. Uno dei nostri compiti come donne del sindacato è essere ogni giorno in prima linea per cambiarle”.
“Ringraziamo come sempre tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa e che si sono dimostrati sensibili al tema della violenza di genere” - concludono le donne del sindacato.
Marche
"In uno scenario internazionale dove le donne vedono minate vita e autodeterminazione dalle guerre e da regimi teocratici e dittatoriali – scrive la Cgil Marche in un comunicato dedicato alla Giornata del 25 novembre – occorrono parole forti di concretezza per confermare la necessità di un impegno comune per la difesa della pace, della libertà, dei diritti, della parità, combattendo ogni rischio di arretramento verso una cultura patriarcale fondata sul possesso, sul controllo e sulla sopraffazione”.
“Un appuntamento importante quello del 25 novembre, alla luce dei dati nazionali sulla violenza di genere: nel 2023 sono state 105 le donne vittime di femminicidio, di cui 4 nella nostra Regione, mentre 23 sono le donne uccise nelle Marche dal 2017 ad oggi. Ma il femminicidio è la manifestazione estrema di una lunga scia di violenza se pensiamo che solo nel 2022, 705 donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza delle Marche”.
“Quindi una Giornata Internazionale contro la violenza che non sia una celebrazione ritualistica ma la presa di coscienza e la mobilitazione di tutte e tutti contro un fenomeno sempre più pervasivo che non conosce limiti di età, di estrazione sociale, di origine geografica, come purtroppo ci dimostrano i recenti femminicidi, per cui diventa urgente un’assunzione collettiva di responsabilità per passare dall’indignazione all’azione”.
“Più di metà delle donne ammazzate quest’anno (56) sono state massacrate da mariti, fidanzati, compagni ed ex per le “solite” ragioni, inaccettabili: gelosia, possesso, incapacità di accettare la separazione o le libere scelte delle partner, vendette, dimostrazione di potere, ritorsione. Ad esse vanno aggiunte le tante vittime di violenza sessuale e delle altre forme di violenza: dallo stalking, alle molestie verbali a quelle fisiche, fino alla denigrazione continua e il ricatto affettivo ed economico che genera dipendenze ed esclusioni. Preoccupa il dato che si è abbassata di molto l’età delle giovani donne vittime di violenza, un fenomeno quindi che investe sempre più adolescenti e ragazze”.
Secondo Eleonora Fontana, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil, “le azioni e i provvedimenti normativi adottati fino a oggi non hanno determinato quel contrasto alla violenza contro le donne e i numeri, nella loro drammaticità, ci dicono che bisogna fare di più. Le emergenze, sanitaria prima, economica poi, hanno aggravato le diseguaglianze e le discriminazioni di genere, generando isolamento sociale, una delle principali cause delle situazioni di violenza”.
“Occorre – scrivono le sindacaliste – lavorare in rete e su più direzioni: sul piano culturale ed educativo per combattere gli stereotipi di genere, sul piano della repressione e della sicurezza per proteggere in modo più efficace le vittime, sul piano sociale ed economico per rendere le donne autonome dal punto di vista lavorativo sostenendo e valorizzando i percorsi di emancipazione. Per questo chiediamo alla Regione Marche di stanziare risorse aggiuntive per il reddito di libertà, un aiuto concreto alle donne vittime di violenza, che però ha visto diminuire le risorse destinate a livello nazionale così da non coprire le tante richieste”.
“Se da un lato bisogna lavorare sull’inclusione lavorativa come fattore necessario di autonomia, dall’altro occorre riflettere sulle reali condizioni di lavoro di tante donne che, nella nostra regione come nel resto del Paese, si misurano con disoccupazione, precarietà, riduzione dei diritti e con condizioni economiche difficili che le rendono più indifese di fronte a ricatti, soprusi e molestie anche nei luoghi di lavoro”.
“Il contesto del lavoro nelle Marche vede da anni le donne fortemente penalizzate, in termini di occupazione, di qualità del lavoro, di valorizzazione delle competenze. Molte donne hanno perso il lavoro (nelle Marche 6000 posti per le donne lavoratrici nel 2022) o si misurano con lavori poveri e la mancanza di sicurezza economica e di una rete di relazioni le espone ancora di più al rischio della violenza”.
“Per questo – aggiungono Fontana, Ilari e Mazzucchelli – è necessario riconoscere il ruolo delle donne nella società così come nel lavoro, superando ogni forma di discriminazione e diseguaglianza, ma è altrettanto importante che il lavoro sia dignitoso e di qualità e possa avere adeguate tutele per tutte e tutti”.
“In questi giorni sono tante le iniziative nei vari territori per affermare la necessità di porre fine alla violenza e alle molestie di genere e il Sindacato ribadisce il proprio impegno affinché l’ambiente di lavoro sia un luogo sicuro e rispettoso della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Rivendichiamo con forza il diritto delle donne alla libertà e al rispetto, nella vita privata, nella società e nel lavoro, e il diritto a una vita senza violenza”.
Veneto
“Siamo tutti sconvolti da quanto successo – dichiarano Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto, Gianfranco Refosco, segretario generale Cisl Veneto, e Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto - e riteniamo necessario unirci per esprimere la nostra vicinanza alla Famiglia di Giulia Cecchettin, alla comunità di Vigonovo e a tutti coloro che stanno attraversando con sgomento e dolore questo momento”.
“La violenza contro le donne rappresenta un’inaccettabile ingiustizia della nostra società che ci coinvolge tutti. Come sindacato siamo impegnati per contrastare questo crimine in tutte le sue manifestazioni: attraverso iniziative finalizzate a diffondere la cultura delle parità e delle pari opportunità uomo-donna, a tutela dei diritti umani e della dignità delle donne, delle lavoratrici, delle pensionate, dei minori e dell’intera società”.
“Siamo prossimi al 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e quanto accaduto ci ricorda che non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia di fronte ai casi di abuso e maltrattamenti ai danni delle donne, ciascuno di noi assumendosi le proprie responsabilità: istituzioni, parti sociali, mondo dell’associazionismo”.
“Le disuguaglianze persistenti tra donne e uomini in tutte le sfere della società continuano a rappresentare una sfida che ha l’obiettivo, attraverso cambiamenti strutturali e comportamentali, di ridefinire i paradigmi della nostra società partendo dalle scuole e dai luoghi di lavoro, dove l’uguaglianza deve essere riconosciuta al di là delle differenze”.
“Anche nel ricco ed emancipato Veneto continuano a persistere disparità di genere a livello occupazionale, di retribuzione, di orari di lavoro, di progressioni di carriere, di condivisione delle responsabilità in materia di impegni familiari e di rischio di povertà. Per dire no contro a ogni violenza sulle donne, serve attivarsi con azioni specifiche e idonee a sostenere questa iniziativa di civiltà, perché la violenza sulle donne uccide anche la nostra dignità. Azioni che rivendichiamo su tutti i tavoli datoriali e istituzionali”.
“Vincere questa sfida di civiltà è un dovere, per contribuire assieme a diffondere una concezione della donna che parta dal rispetto della sua dignità di persona”.
Un momento del presidio a Mestre cui ha partecipato la Cgil Venezia
Padova
Il 25 novembre la Cgil di Padova con il coordinamento Donne e Donne Spi, con l’UDU e la Rete degli Studenti Medi, con SNOQ e la casa delle Donne di Padova, l’Anpi e con il Centro Veneto Progetti Donna, torna in piazza, davanti a Palazzo Moroni alle 16.30 con il Flash Mob “Ricordare e Reagire” per dire “Basta!” alla violenza contro le donne".
Sarà dedicato a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittima di violenza il Flash Mob che la Cgil di Padova, insieme al Coordinamento Donne della Cgil e dello Spi Cgil, l’UDU e la Rete degli Studenti, SNOQ e la Casa delle Donne di Padova, Anpi e Centro Veneto Progetti Donna ha organizzato alle 16.30 di sabato 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, davanti a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova”.
“Sono passati pochi giorni – dice Marianna Cestaro, segretaria confederale della Cgil di Padova – da quando alla dolorosa lista rossa delle donne vittime di femminicidio si è aggiunto il nome di Giulia Cecchettin, una ragazza che abitava qui vicino a noi, che studiava a Padova e che si sarebbe dovuta laureare la scorsa settimana. Un femminicidio, quello di Giulia, che ci ha sconvolto in modo potente perché abbiamo vissuto per giorni il dramma del suo rapimento e abbiamo conosciuto la sua storia attraverso le parole coraggiose della sorella Elena che fin da subito si è opposta alla narrazione giornalistica della coppia scomparsa. E aveva ragione e noi lo sapevamo fin dal primo istante”.
“I femminicidi nel nostro Paese – prosegue e conclude Marianna Cestaro – sono ogni anno un dato costante, segno che le politiche attivate sin qui non si sono rivelate efficaci a contrastare queste azioni violente ed efferate. Ma vogliamo ricordare che il femminicidio è solo l’ultimo atto, il più terribile, della violenza degli uomini contro le donne. I Centri Antiviolenza ci forniscono dati allarmanti sui maltrattamenti fisici e psicologici, sulla violenza assistita da figlie e figli, sulla violenza economica. È arrivato il momento di reagire tutte e tutti contro ogni forma di prevaricazione e di violenza contro le donne. Per questo invitiamo tutte e tutti a scendere con noi in piazza”.
Assisi
Una targa in memoria delle vittime di femminicidio nel Comune di Assisi, Fatima e Annunziata, uccise nel 1999: è stata inaugurata giovedì 23 novembre, alle ore 16.00 presso la sede del Comune di Assisi in Santa Maria degli Angeli, su iniziativa della lega Spi Cgil di Assisi Bastia e del suo coordinamento donne, in collaborazione con la Rav (Rete donne antiviolenza). Iniziativa accolta favorevolmente dal Comune di Assisi.
Alla cerimonia di apposizione della targa interverranno Stefania Proietti, sindaca di Assisi, Massimo Paggi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Assisi, Andrea Farinelli, segretario generale Spi Cgil Umbria, Fabrizio Fratini, segretario generale Spi Cgil Perugia, Paola Palazzoli, presidente della Rav, Teresa Spoletini, coordinatrice donne Spi Cgil Assisi Bastia.
Il sindacato pensionate e pensionati della Cgil, in tutta Italia, in occasione del 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, promuove iniziative in ricordo di tutte le vittime di femminicidio.
Friuli Venezia Giulia
"Alla radice di un fenomeno come la violenza sulle donne c’è una cultura patriarcale, maschilista e di sopraffazione che intride i tessuti della nostra società in tutti i suoi contesti. L’impegno per combatterla è da sempre un imperativo categorico per la Cgil e ci conduce alla rivendicazione della cultura del rispetto, del consenso, dell’uguaglianza, della condivisione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle famiglie e nella società, per promuovere un cambiamento capace di sradicare, negli uomini, la cultura del possesso”. È quanto dichiara in una nota diffusa oggi da Daniela Duz, responsabile alle pari opportunità della segreteria regionale Cgil, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che si celebra domani: una ricorrenza che arriva, per la Cgil, anche nel giorno dello sciopero generale promosso assieme alla Uil contro la Finanziaria.
Il tema dei femminicidi e della violenza di genere anche è stato toccato anche nei presidi organizzati oggi in regione in occasione dello sciopero, da Trieste a Pordenone e Majano, e altre iniziative specifiche hanno caratterizzato come di consueto l’avvicinarsi della ricorrenza del 25 novembre, come lo striscione Donna-Vita-Libertà (dedicato alle donne iraniane) e l’appello antiviolenza esposti oggi all’esterno della sede sindacale di via San Valentino, a Pordenone. Da non dimenticare inoltre il convegno Contro ogni forma di violenza, in programma domani mattina (sabato 25 novembre) alle 9 alla Cgil Udine e lo spettacolo di danze e canti popolari che si terrà su iniziativa della Cgil di Pordenone domenica 3 dicembre (ore 16) all’auditorium Zatti di San Vito al Tagliamento.
“In tutti i luoghi del sociale – dichiara ancora Duz – va promossa la cultura del rispetto e delle pari opportunità con adeguati piani formativi, a cominciare dalle scuole, dove si formano i cittadini del domani: sappiamo che punire non basta, bisogna prevenire”. Duz, che conclude il suo messaggio con una dedica a Giulia Cecchettin e a tutte le 106 donne italiane vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno, non manca di sottolineare il peso delle discriminazioni e della violenza di genere sul lavoro femminile: “È necessario liberare le donne anche dalle violenze e molestie nei luoghi di lavoro, che sono uno dei connotati della cultura violenta che attraversa la vita delle donne, maggiormente penalizzate anche dalla precarietà, dai part-time involontari e mai realmente libere nelle loro scelte e nelle loro azioni”.
Sul tema della violenza è intervenuta anche la Funzione pubblica Cgil Fvg, con una lettera aperta firmata da Daniela Longo, che ricorda la contrarietà delle donne Cgil alla nomina di Alessandro Amadori a responsabile del progetto Educare alle relazioni, lanciato dal ministero dell’Istruzione, e la mobilitazione in corso in particolare a Trieste in difesa dei consultori. “Il 17 novembre – si legge nella nota – la Fp Cgil è scesa in piazza anche per chiedere di non distruggere la sanità pubblica: questo riguarda anche i consultori familiari, servizi importantissimi nati negli anni ‘70 con l’impegno e le battaglie delle donne, delle femministe, ma che oggi sono sempre più depotenziati, sia in termini di personale che di risorse”. La Fp-Cgil, si legge ancora nella lettera, è a fianco di tutte le donne impegnate “nei servizi pubblici, in quelli privati, vittime di violenza, di mobbing, nelle Rsu, nelle scuole, in tutti i posti di lavoro, ma anche nelle comunità territoriali”.
Trentino
"L’autonomia e l’indipendenza economica sono importanti per uscire da una situazione di violenza – scrive la Cgil del Trentino sulla sua pagina Facebook –. È per questo che abbiamo creato insieme a Cisl Trentino e Uil del Trentino una raccolta fondi a favore delle donne vittime di violenza inserite nei percorsi di assistenza sul territorio. Le risorse saranno utilizzate per aiutare le donne ad affrontare spese come la caparra di un nuovo appartamento, il cambio della serratura di casa, un contributo per l’acquisto di un mezzo di trasporto per recarsi al lavoro, il sostegno per le spese primarie per i figli in attesa dell’intervento istituzionale, ecc. L'intera somma sarà donata al Centro AntiViolenza di Trento e al progetto “La violenza non è un destino”.
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