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Il governo si “accanisce contro chi scappa dalle guerre, dalle persecuzioni e cerca asilo in Europa, contro chi scappa da miseria, devastazioni ambientali e cerca accoglienza trovando invece trattamenti non dignitosi”. La Cgil reagisce così al nuovo decreto Immigrazione e sicurezza, varato dal Consiglio dei ministri in materia di immigrazione che sancisce la linea delle politiche punitive, come afferma la segretaria confederale del sindacato, Maria Grazia Gabrielli.
Il provvedimento, il quarto in materia di immigrazione nel giro di nove mesi, prevede una serie di strette sulle norme che regolano l’accoglienza dei migranti. A colpire sopra tutte è quella sui minori, con la riduzione delle garanzie: davanti al problema di stabilire se i minori siano davvero tali il governo decide che, se non saranno in possesso di documenti (spesso ne arrivano privi), possono essere sottoposti ad accertamenti medico-scientifici (visite, test antropometrici, radiografie) e, se si scopre che hanno mentito, le autorità possono procedere anche con l’espulsione.
Non solamente, se i centri di prima accoglienza destinati a ospitare i minori migranti sono saturi, i ragazzi di oltre 16 anni devono essere ospitati nei centri per adulti, anche se in sezioni separate, in una situazione di promiscuità e di assenza dei servizi dedicati. Questo è consentito per tre mesi, ha specificato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, al termine del Consiglio dei ministri. Sempre in tema di sovraffollamento dei centri il decreto prevede il raddoppio del numero di persone ospitate rispetto alla capienza ora consentita. E ancora, le nuove norme prevedono l’espulsione immediata per chi ritenuto socialmente pericoloso, anche se in Italia da anni.
Quindi tocca alle norme sulla richiesta d’asilo, perché il governo ha stabilito che, se il migrante non si presenta in questura il giorno in cui è convocato per formalizzare la domanda, quest'ultima gli viene cancellata e, se si allontana dal centro nel quale è stato collocato, la sospensione dell’esame della richiesta si accorcia da un anno a nove mesi. Questo a fronte del fatto che sono necessari mesi e mesi di attesa per vedere la propria richiesta d’asilo analizzata e che spesso i migranti finiscono per essere sparsi sul territorio e quindi di non venire a immediata conoscenza della convocazione, o di non riuscire a raggiungere tempestivamente la questura. Diviene oltremodo complicato chiedere nuovamente la protezione internazionale, dopo una prima bocciatura, nel caso in cui sia in corso un procedimento di espulsione.
Il governo stanzia quindi alcuni milioni di euro in caso di arrivi massicci di migranti in Italia e per rafforzare i controlli all’interno delle ambasciate e dei consolati sui visti d’ingresso. Si tratta di denaro per l’impiego di agenti di polizia nel 2023 e poi per il periodo compreso tra il 2024 e il 2030 con quote annuali, oltre ad altre risorse per impiegare 400 militari in più nelle stazioni ferroviarie, nell’ambito dell’operazione Strade sicure.
A fronte di queste misure la segretaria confederale della Cgil afferma che “la questione migratoria ha bisogno di ben altre risposte, a partire da una nuova governance europea, investendo su solidarietà e accoglienza, e dall’accantonare logiche securitarie rappresentate anche dai Centri di permanenza per il rimpatrio, i cosiddetti Cpr. Centri di limitazione delle libertà, in cui i migranti potranno essere trattenuti fino a 18 mesi”.
“Ignobile e vergognosa”, così Gabrielli definisce inoltre la clausola contenuta nel decreto attuativo del dl Cutro, secondo cui i richiedenti asilo per non essere trattenuti dovranno pagare una somma di circa 5mila euro: “Una misura indegna di un Paese civile”. "Riteniamo sia indispensabile - aggiunge la segretaria confederale - depurare questo tema da tutti gli interessi di campagna elettorale e lavorare per un’equa redistribuzione dei migranti per assicurare così solidarietà e accoglienza”.
Infine l’appello: “Anche per dire no al razzismo e sì a una società accogliente, il 7 ottobre saremo in piazza a Roma, insieme a oltre 100 associazioni, per una grande manifestazione nazionale”.