Il Teatro di Roma è ormai diventata una vera e propria spina nel fianco. Quella che dovrebbe essere l’eccellenza italiana della produzione operistica – e più in generale dello spettacolo dal vivo – si fonda in realtà su rapporti di lavoro e dinamiche precarie e ormai malcelate forme di sfruttamento, come già denunciato nei mesi scorsi da Collettiva e dalla Slc e la Cgil Roma e Lazio.

E sono stati ancora una volta il sindacato e la categoria regionali a presentare uno specifico emendamento alla Legge di Stabilità della Regione Lazio.

“Le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione Teatro di Roma hanno diritto a un’occupazione stabile e dignitosa” scrivono in una nota Slc e Cgil Roma e Lazio. L’emendamento propone di destinare oltre 600 mila euro per la stabilizzazione delle 38 persone occupate con contratti a tempo determinato, in somministrazione o stagionali.

“Una situazione, come abbiamo più volte denunciato, inaccettabile per una rilevante istituzione culturale del nostro Paese – si legge ancora nella nota- L’approvazione di tale emendamento sarebbe un primo passo per garantire i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, valorizzarne le professionalità e rilanciare la Fondazione del Teatro di Roma”.

Un primo passo, perché a queste risorse ne andranno comunque affiancate ulteriori, anche da parte del Comune di Roma, per continuare a migliorare le condizioni di lavoro.

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