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Malgrado i numerosi e vari testi ormai a disposizione, denunciare con i libri quanto accade nel nostro paese a proposito di violenze e soprusi nei confronti dei lavoratori migranti non è mai abbastanza. Si aggiunge ora una bella proposta editoriale Feltrinelli, nella sua collana Comics, con il volume dal titolo Terranera (pp.144, €16), ideato dalla coppia Palloni-Martoz, l’uno sceneggiatore, l’altro disegnatore, già autori nel 2018 di Instantly elsewhere per Shockdom.
La storia è quella di tre immigrati nordafricani, Driss, Jamill e Hassam, alle prese con un caporale di nome Natale (soprannominato inevitabilmente Babbo Natale dai suoi schiavi), a sua volta ai comandi di uno spietato criminale di zona. Nel momento in cui i tre tentano l’ennesima e improbabile fuga, stremati da una quotidianità insopportabile, vengono intercettati a pochi metri dalla libertà dai loro padroni.
Qui Natale (personaggio riuscitissimo per la sue innate contraddizioni, senza scrupoli e superstizioso, amante del Peter Gabriel post Genesis) riesce a salvare i tre da una sicura esecuzione, caricandoli sul suo furgone per portarli al Nord, così da utilizzarli per un gioco ancora più grande, ancora più sporco: risalire verso il nord per incendiare alcune discariche gestite dalla concorrenza, nella circostanza rappresentata dalla mafia cinese, favorendo in questo modo l’italianissima camorra.
Ne segue un viaggio senza speranze che ben presto si trasforma in una spirale di tragica violenza, con un finale da lasciare alla curiosità del lettore, al quale viene avvicinato da una serie di situazioni, espressione dei peggiori luoghi comuni che negli ultimi anni in Italia hanno caratterizzato le discussioni da bar, e quelle da talk.
E il valore aggiunto di questo libro è proprio questo, la ricerca di un linguaggio diverso nel tentativo (con l’obiettivo) di raggiungere un pubblico diverso, magari distante, attraverso la formula della finzione narrativa, riconosciuta come genere letterario con la definizione di graphic novel. Perché ormai, i puristi della parola scritta se ne facciano una ragione, la combinazione di immagini in tavole accompagnate dal cosiddetto balloon rientra pienamente nei canoni letterari del nostro tempo, e in questo caso Lorenzo Palloni e Martoz dimostrano, ancora una volta, che chi decide di dedicarsi a queste forme espressive può farlo anche proponendo contenuti forti, rivelandosi in alcune composizioni forse anche più efficaci delle lettere nude.
In Terranera, quanto accade ogni giorno nei nostri campi di raccolta, il modo in cui i nuovi schiavi, sempre di pelle nera, rinfrescano una tradizione plurisecolare nel nostro occidente, vergognosa nel suo continuo riproporsi, viene descritto in maniera potente, senza sconti per nessuno, men che mai per chi segue le vicende raccontate con un progressivo malessere, un buco nello stomaco che diviene sempre più profondo, provocato da un senso di disagio che racconta anche dell’altro, quella superficie sopra cui siamo oramai abituati ad annaspare, forse inconsapevoli, certo abituati, addomesticati nel guardare distratti certe realtà, rimuovendo certe informazioni che attraverso uno schermo di mediazione sembrano arrivare da lontano, molto lontano, mentre si trovano soltanto a pochi chilometri da noi, se non dietro casa.
Per questo vengono abilmente nascoste, o artefatte, riuscendo spesso addirittura a trasformare le vittime in colpevoli, perché sono loro ad arrivare da noi, sono loro a rubare e spacciare, a violentare le nostre donne, e dovrebbero restare lì, dove sono partiti. Che poi lì dove sono partiti non abbiano nulla (o che esercitino il diritto di desiderare una vita migliore), e che qui vengano a raccogliere quanto mangiamo a pranzo e cena, per pochi spicci e a colpi di bastone, non ci riguarda e non ci interessa. Più comodo girarsi dall’altra parte, continuando a far finta di nulla. Questo libro aiuta a riaprire gli occhi, volgendoli nella giusta direzione.