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Prosegue con successo di pubblico, alla Camera del lavoro di Pordenone, la mostra 600mila No a Hitler e all’alleato Mussolini, dedicata alla resistenza dei soldati italiani deportati in Germania tra il 1943 e il 1945, in seguito al loro rifiuto a proseguire la guerra a fianco dei tedeschi. Il loro non fu solo il rifiuto di una guerra ingiusta, ma anche un primo, fondamentale passo di presa di coscienza delle responsabilità del fascismo. Passo pagato spesso con la vita e comunque a un prezzo durissimo fatto di fame, stenti, violenze, derisione e accuse di tradimento.
Ideata dall’Anpi Udine e organizzata dalla Cgil di Pordenone, con il supporto del Collettivo storici del Friuli occidentale e in collaborazione con Casa del Popolo di Torre, circolo Arci Cordenons, Istituto regionale per la Storia del Movimento di Liberazione, Aned, Centro iniziativa democratica insegnanti e Proteo fare sapere, l’iniziativa ha il sostegno della Regione Fvg. L’esposizione, strutturata in una serie di pannelli con testo e immagini, resterà aperta fino al 28 marzo, a ingresso libero durante l’orario d’ufficio della sede di via San Valentino 30.