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Alpino nella divisione Tridentina, Mario Rigoni Stern combatte durante la Seconda guerra mondiale sul fronte greco - albanese e in Unione Sovietica. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo la firma dell’armistizio di Cassibile rifiuterà di aderire alla Repubblica sociale di Mussolini e verrà deportato come IMI in un campo di concentramento (durante la prigionia terrà un diario dove annoterà le sue esperienze in guerra). Tornato in Italia comincia al lavorare al catasto del Comune di Asiago, lasciando l’incarico negli anni Settanta per motivi di salute dedicandosi completamente alla scrittura.
Legami partigiani
Legatissimo al mondo dei partigiani e della Resistenza si iscrive, prestissimo, all’Anpi di Mira (Venezia). Al Congresso regionale del 2007 inviava ai congressisti e all’Associazione una lettera di saluto e di buon lavoro rimasta a lungo inedita - oggi notissima - che però val sempre la pena riprodurre.
Il 20 gennaio scriveva:
Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino 'cum panis' che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. È molto più bello Compagni che 'Camerata' come si nominano coloro che frequentano stesso luogo per dormire, e anche di 'Commilitone' che sono i compagni d’arme.
Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni perché abbiamo sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche, insieme, vissuto il pane della libertà che è il più difficile da conquistare e mantenere. Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo una casa calda e il ventre sazio, ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere e ci sediamo a sonnecchiare davanti alla televisione. All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza.
Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci lusingare da una civiltà che propone per tutti autoveicoli sempre più belli e ragazze sempre più svestite. Altri sono i problemi della nostra società: la pace, certo, ma anche un lavoro per tutti, la libertà di accedere allo studio, una vecchiaia serena; non solo egoisticamente per noi, ma anche per tutti i cittadini. Così nei diritti fondamentali della nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Resistenza sempre. Resistenza sempre.
La lotta partigiana in Veneto
Scriveva Patria Indipendente in quei giorni: “Si è svolto, a Mira, il 20 gennaio, con una foltissima partecipazione, il 1° Congresso Regionale dell’Anpi del Veneto che ha eletto i suoi nuovi rappresentanti. (…) Nel Veneto la lotta di Liberazione è stata ravvivata da una partecipazione decisiva di giovani, di contadini, operai, studenti, sostenuti dall’azione e dalla generosità di tante donne nelle montagne e in pianura. In Veneto hanno combattuto nelle file partigiane 57.789 persone e solo in questa regione i caduti sono stati 7.334, 532 i deportati veneti nel lager di Mauthausen; il 97% dei militari italiani prigionieri in Germania decise di non collaborare con Hitler e Mussolini. In virtù della Resistenza condotta nel Veneto molte città e diversi comuni hanno ricevuto decorazioni al valor militare. Nel Veneto il Cln è stato diretto, oltre che da Concetto Marchesi, da insigni personaggi come Egidio Meneghetti, Ezio Franceschini, Silvio Trentin, Antonio Giuriolo, Giovanni Ponti, Mario Todesco, Otello Pighin. Tutti i veneti portano, inoltre, sempre nel cuore il doveroso ricordo dei milioni di ebrei, degli zingari, dei perseguitati politici, dei sacerdoti cristiani, degli omosessuali uccisi nei campi di concentramento dalla cieca barbarie nazifascista”.
Compagne e compagni uccisi per la nostra libertà, per il nostro presente, per il nostro futuro. “Chiamare qualcuno compagno - ci diceva don Gallo - significa attribuirgli non solo una convinzione politica ma riconoscergli un valore di umanità, onestà, generosità, attendibilità, che nessun altra parola può esprimere con uguale compiutezza”.
Resistiamo, compagni e compagne. Perché la Resistenza continua.