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Il teatro di Tor Bella Monaca a Roma accoglie un’assemblea di donne, donne che nelle periferie hanno un ruolo umano e dunque sociale, anche se le periferie non sono fatte per loro, a cominciare dalle strade poco illuminate, i trasporti quasi inesistenti, le scarse opportunità di lavoro. Ma sono donne a cui ruota attorno il trasferimento generazionale del sapere, come dimostra l’attività in questo quartiere dello Spi Cgil che è anche un presidio, un punto di riferimento per ogni età, assolvendo a quel ruolo di prossimità che altri dovrebbero assolvere. Da qui, partendo da questo tipo di coinvolgimento, il fiorire di diversità che si incontrano sul valore della partecipazione civica e l’integrazione dei diritti di tutti.
E parte da qui l’idea di incontrarsi intorno a un libro dal titolo Periferie liquide (Armando De Negris editore, pp.198, euro 20), che la stessa curatrice Monica Buonanno, già assessore alle Politiche sociali e del lavoro del Comune di Napoli, considera “l’evoluzione di “Siamo solo sognatori abusivi. Scampia ammaina la Vela”, che segna l’avvio di un ragionamento e di una riflessione del Comitato Vele. Visto l’interesse suscitato anche fuori Napoli, e l’interesse mediatico verso Scampia perché, lo sappiamo, va di moda parlare di marginalità, con questo nuovo libro vogliamo invece raccontare perché il mondo di oggi non lo puoi capire se non guardi alla periferia. Gli indicatori dei centri urbani li trovi anche là, e sono indicatori validi più che mai. Così lo stereotipo-Scampia in giro per l’Italia ha iniziato a costruire le fondamenta umane e scientifiche di questo nuovo lavoro”.


Il libro è composto da sei racconti, sei storie diverse di chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ciascuno a modo suo, senza seguire un preciso ritmo narrativo, per scelta voluta. Il volume è infatti completato da quattro camei, dei contributi specialistici che ne modificano il ritmo, studi approfonditi per suffragare il fatto che della periferia o si dice tutto oppure meglio non andarci, perché ciascuna ha una sua identità “pur mantenendo dei tratti in comune in tema di donne, lavoro, movimenti”, ci dice Buonanno, portando come esempio Katia Accossato, da cui trae diretta ispirazione la protagonista della riqualificazione del Corviale nel film “Scusate se esisto”, interpretata da Paola Cortellesi.
Sono tante le personalità che hanno seguito questo progetto, con entusiasmo e passione. “Ed è stato gestito tutto online - prosegue Buonanno -; con alcune non ci siamo mai incontrate dal vivo, ma avevamo un filo conduttore, che mi piace definire partecipazione civica, un valore inestimabile nei processi di rigenerazione, che non coinvolge soltanto le infrastrutture, ma l’immateriale che c’è intorno, il lavoro e l’istruzione, la formazione, i trasporti, il diritto alla casa, all’identità”.
Così nel libro dopo il Corviale arrivano Zen, Begato, Grugliasco, Barriera di Milano e Arzano, per ricordarci quanto la frontiera sia diversa ma uguale, e come le donne continuino a rappresentare una ricchezza inestimabile in questi territori, con la loro presenza e le loro iniziative.
“Sulle macerie di una delle Vele di Scampia oggi è sorto il Dipartimento di scienze infermieristiche dell’Università Federico II, non solo come centro di sapere, ma di sviluppo. Dove c’erano i crimini più mostruosi oggi si laureano gli studenti”, conclude Buonanno concludendo davanti a una platea riempitasi nel corso dell’incontro. Un po’ come accaduto al Grugliasco di Torino, si legge nel libro, dove il Polo universitario è divenuto possibilità di contaminazione, di meticciato.
Nel cuore di Tor Bella Monaca le donne si sono incontrate per farsi forza, per sentirsi meno sole.