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Si è svolta ieri (15 giugno) la cerimonia di premiazione de La Pellicola d’Oro, in quella via Veneto romana che è un simbolo intramontabile nella storia del cinema italiano. Il premio è rivolto a tutte le maestranze tecniche e artistiche, votate da una giuria composta da 260 professionisti. Il riconoscimento è nato nel 2011 da un’idea dello scenografo e regista Enzo De Camillis assieme alla FITeL (Federazione Italiana Tempo Libero) ed è un punto di riferimento importante per la salvaguardia delle professioni del cinema e il sostegno alle industrie del cine-audiovisivo in Italia. Quest’anno il premio assume un valore simbolico ancora più forte, perché arriva qualche mese dopo lo spiacevole incidente dei David di Donatello, in cui le maestranze erano state relegate nel sottoscala di Cinecittà ormai tristemente noto. La polemica sollevata dal costumista Sergio Ballo era stata supportata nei giorni successivi da gran parte del mondo dello spettacolo – tra cui anche registi e attori – che avevano apertamente espresso solidarietà e sostegno ai colleghi premiati in condizioni poco edificanti.
TRA ARTE E ARTIGIANATO
Il tema è sempre lo stesso: l’inadeguato riconoscimento al valore intrinseco che le professioni del cinema hanno – tutte quante – nella realizzazione di un film. Si tende ancora a considerare professionalità di serie A e di serie B, come se registi, sceneggiatori e attori potessero dare vita e corpo alle proprie idee in maniera facendo a meno di coloro che contribuiscono nei fatti alla loro realizzazione. La Pellicola d’Oro assegna premi in ben quattordici categorie, che vanno dal direttore di produzione all’operatore di macchina, passando per la sarta di scena. E poi capo elettricista, creatore di effetti sonori, maestro d’armi, tecnico effetti speciali e molti altri. “Mestieri e professioni – come si legge nella presentazione del premio - autenticamente e storicamente collocati tra arte e artigianato al più alto livello, essendo lo spettacolo una palestra di creatività che vede come protagonisti non solo coloro che sono a contatto diretto con il pubblico, ma anche tutti quei professionisti che rendono possibile la loro realizzazione”.
LE COLLABORAZIONI
Grazie a questo premio, insomma, è possibile ricostruire tutta la filiera produttiva del cine-audiovisivo, valorizzando l’opera di chi lavora dietro le quinte ma poi viene dimenticato nei titoli di coda. O ci passa, sì, ma troppo velocemente e dopo la scritta Fine. Dal 2016 La pellicola d’Oro premia anche i tecnici e i mestieri portoghesi a Lisbona e bulgari a Sofia. Mentre dal 2017 è diventata premio collaterale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, riconoscendo i mestieri di quei professionisti che hanno collaborato alla realizzazione dei film in concorso alla Mostra.
I PREMI ALLA CARRIERA
La Pellicola d’Oro riconosce ogni anno un premio alla carriera a quegli artisti che hanno particolarmente contribuito allo sviluppo del cinema italiano. Quest’anno è andato a Michele Placido, Elena Sofia Ricci e al regista Sergio Martino.