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Si è conclusa ieri l’intensa settimana dedicata al cinema del Bergamo Film Meeting. Oltre cento i titoli - tra anteprime e film in concorso - che hanno animato la provincia lombarda popolata di ospiti italiani e internazionali, venuti a presentare le proprie opere e a incontrare il pubblico. Durante la cerimonia di premiazione della 41a edizione, che si è tenuta ieri sera all’Auditorium di Piazza della Libertà, sono stati assegnati anche i due premi sostenuti dalla Cgil provinciale.
Nella sezione "Visti da Vicino" il Premio "Miglior Documentario Cgil Bergamo", attribuito dal pubblico, è andato ex aequo a “No Place Like Home” di Emilie Beck (Norvegia, 2022) e a “La visita y un jardín secreto” di Irene M. Borrego (Spagna, Portogallo, 2022). "Pongo Calling" di Tomáš Kratochvíl (Repubblica Ceca, Slovacchia, Regno Unito, 2022) si è invece aggiudicato il Premio della Giuria Cgil "La sortie des usines", assegnato dai delegati sindacali al documentario che meglio affronta i temi legati al mondo del lavoro e sociali. “Dal suo furgone, attraverso i social network, Stefan Pongo diffonde e rende virale il proprio messaggio politico – queste le motivazioni della giuria di undici sindacalisti - la dignità del lavoro, che permette riscatto sociale e vera integrazione, diventa strumento di lotta antirazzista per la popolazione Rom”. Il film è dedicato al fondatore della Czechoslovak Romani Union, scomparso un anno fa, e alla battaglia per la sua comunità in tutta Europa, che è “un esempio emblematico per tutti noi – prosegue la giuria nelle sue motivazioni - Le istanze rappresentate nel film divengano patrimonio comune del vecchio continente”.
“Per noi è motivo di orgoglio sostenere la sezione "Visti da Vicino" per due aspetti importanti – commenta Luciana Fratus, Cgil Bergamo - Il primo è perché tutti i documentari trattano di temi legati alla rivendicazione dei diritti più cari alla Cgil, valori che ogni giorno cerchiamo di difendere nei luoghi di lavoro”. A conferma di queste parole, c’è da osservare che la selezione ufficiale del Bergamo Film Meeting conferma una tendenza ormai abbastanza definita nel mondo del documentario, ovvero l’interesse a indagare temi che hanno a che fare con l’integrazione di tutti i cittadini, di origine italiana e non, la tutela di chi non è auto-sufficiente, il diritto all’istruzione, la parità di genere, il diritto a un lavoro dignitoso.
“Il secondo motivo per cui siamo stati felici di essere qui per tutta questa settimana di festival- prosegue Luciana Fratus - è che il cinema ci aiuta a pensare, spingendoci verso direzioni anche diverse da quelle che ci sono più familiari e usuali, ci invita a osservare la realtà da un punto di vista che è differente rispetto a quello che quotidianamente tendiamo ad adottare quando svolgiamo il nostro ruolo di sindacalisti”. Una settimana di cinema intenso - si diceva in apertura – in cui buttarsi a capofitto, anche per cogliere l’occasione di vedere film molto belli che purtroppo, e troppo spesso, non arrivano in sala. Festival come il Bergamo Film Meeting stanno al cinema come le reti sociali stanno al welfare: costruiscono ponti laddove la macchina della distribuzione ha lasciato dirupi.