Il nuovo film di Daniele Vicari si intitola "Il Giorno e la Notte" e le riprese sono cominciate in pieno lockdown. Storie di coppie corrono parallele unificate da una situazione: un misterioso attentato chimico obbliga tutti a chiudersi in casa. Confinati dentro le mura domestiche, i personaggi si trovano messi alle strette, spinti verso un inevitabile confronto. Il regista lo ha definito un film domestico, con un set diffuso e una regia sempre presente, ma fisicamente lontana.
Gli attori, tra cui Isabella Ragonese e Vinicio Marchioni, recitano le scene ognuno nella propria casa e con il proprio compagno o compagna. Dotati di un kit per gestire la camera che li filma, creano il set sulla base di un progetto comune di regia, discusso con Vicari. Lo stesso fanno il direttore della fotografia (Gherardo Gossi), la scenografa (Beatrice Scarpato) e le costumiste (Francesca e Roberta Vecchi). Ognuno supervisiona le rispettive aree di competenza da remoto, senza mai mettere piede nei luoghi in cui si effettuano le riprese, ovvero le dimore degli attori.
Daniele Vicari lo ha definito uno smart film, perché le modalità e le tecnologie di produzione sono state immaginate sulla falsariga delle stesse logiche alla base dello smart working. “Questo momento storico cambierà inevitabilmente il modo di fare cinema- sostiene Daniele Vicari – e il punto di partenza dovrà essere il lavoro. Attori, registi e maestranze spesso hanno redditi che non superano i cinquemila euro all’anno”. Il regista de “Il Giorno e la Notte” ribadisce il ruolo centrale che il cinema deve avere, non nel racconto del Coronavirus, ma della condizione di isolamento e restrizione che ha caratterizzato gli ultimi due mesi della nostra esistenza. “Ci sembra sbagliato rinunciare a ciò che caratterizza la nostra vita di cineasti, teatranti, attori, narratori, senza nemmeno aver provato ad esprimerci attraverso le nostre discipline, pur restando responsabilmente nei limiti di questa necessaria condizione”.