Fra i tanti titoli dei primi giorni del Festival di Venezia, uno dei più potenti è arrivato dal regista cileno Pablo Larraín: El Conde. Il cineasta ormai da anni è esperto nell'elaborazione della dittatura del suo Paese, basti pensare a un film come NO sul referendum che depose proprio Pinochet. Stavolta la questione viene inscenata in modo più complesso e originale: il dittatore è immaginato come una sorta di Dracula di 250 anni, ancora vivo e in attesa della morte. Non consapevole dei propri crimini, tenta di giustificarsi e perfino rimprovera i cileni di non essere abbastanza riconoscente nei suoi confronti...
Attraverso l'horror Larraín compone una variazione della Storia che riguarda il suo Stato, naturalmente, ma vale per tutte le dittature, come dimostra il colpo di scena clamoroso nella seconda parte del film. E se i dittatori fossero vampiri immortali? Non ci vuole molto a immaginare Putin con i canini sporgenti... El Conde sarà su Netflix dal 15 settembre. Abbiamo raccolto dal Lido le parole del regista.