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Il 7 dicembre 1968 il movimento studentesco di Milano organizza una clamorosa protesta alla prima della Scala. Gli spettatori vengono accolti fuori dal teatro dai manifestanti con il lancio di uova e con un cartello che grida: "I braccianti di Avola vi augurano buon divertimento". Un gesto inedito e inaspettato che farà il giro del mondo. “Il movimento studentesco contesta l’inaugurazione della stagione teatrale alla Scala, dove è in scena il Don Carlo di Verdi, per il carattere borghese e lo sfarzo della manifestazione”, scriverà l’Unità.
I contestatori non ce l’avevano con la Scala, ma con la borghesia milanese, con i vecchi e i nuovi ricchi del boom, con il potere economico e politico da loro rappresentato e dalle forze dell’ordine difeso. Le uova erano lo strumento per colpire i simboli della ricchezza, per macchiare - fisicamente e moralmente - i simboli dell’ostentazione. Da allora non c’è stata prima che non abbia avuto di contorno la sua piccola o grande contestazione.
Nel 1984 centinaia di operai della Magneti Marelli appena licenziati manifesteranno il proprio disagio con il lancio di lancio di uova marce, petardi e monetine. Gli obiettivi principali erano il presidente della Montedison Mario Schimberni e il ministro del Lavoro Gianni De Michelis, ma anche Sandro Pertini e Bettino Craxi saranno costretti a entrare dal retro. Negli anni le manifestazioni all’ingresso della Scala proseguiranno, diventando quasi un appuntamento fisso. Al centro delle proteste non solo le battaglie per i diritti dei lavoratori, ma anche per quelli degli animali (particolare scalpore desterà il sit-in a seno nudo di Marina Ripa di Meana nel 1996).
In questo strano e terribile 2020 i teatri sono chiusi, ma la Scala non rinuncia alla sua prima (nella storia del teatro milanese, soltanto una volta, durante la Seconda guerra mondiale quando i bombardamenti del 1943 colpirono il teatro, fu cancellata la Prima). Annullata causa Covid-19 la Lucia di Lammermoor di Donizetti, il tempio milanese della lirica inaugurerà la stagione il 7 dicembre, come da tradizione. Senza pubblico in sala, ma con milioni di spettatori a casa.
A riveder le stelle è il titolo dello spettacolo, che sarà trasmesso in diretta su Rai 1 e Radio 3. Un omaggio per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri (2021), ma anche un messaggio di speranza affidato alla grande arte e ai suoi interpreti (tra gli altri Plácido Domingo, Eleonora Buratto, Vittorio Grigolo, Roberto Bolle).