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“La siccità provocata dagli ormai inarrestabili cambiamenti climatici sta mettendo a durissima prova l’intero settore dell’agroindustria, con ricadute sull’occupazione e un forte impatto sul lavoro”, osservano Tina Balì e Davide Fiatti, segreteria nazionale della Flai Cgil. “Di fronte a eventi che non si possono più definire straordinari, non si può pensare che la soluzione siano le danze per la pioggia. Sono necessari interventi strutturali. La rete idrica italiana trattiene e rende disponibile appena l'11% delle acque piovane. Non è quindi un caso che il Pnrr preveda uno stanziamento di 880 milioni per l'agrosistema irriguo. Di questi, 360 finanzieranno progetti già in essere e 520 milioni progetti nuovi”.
La Flai Cgil denuncia sia i ritardi che l’inadeguatezza delle risorse a disposizione per gli agricoltori danneggiati. “13 milioni di euro sono un budget insufficiente, come ha ammesso lo stesso ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli. Come sempre le sofferenze delle aziende si ripercuotono su lavoratrici e lavoratori, che rischiano sia il salario che la salute. Su questo versante abbiamo apprezzato tutte le iniziative prese per vietare il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata”. “Con i cambiamenti climatici - concludono Balì e Fiatti - dobbiamo comunque fare i conti, per questo non si può frenare il processo di transizione ecologica avviato a livello europeo. Cerchiamo di non farci trovare impreparati. Il nostro obiettivo è avere un nuovo modello di sviluppo sostenibile socialmente, ambientalmente ed economicamente”.