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Nel ricordare i sei obiettivi ambientali europei, il Piano nazionale di ripresa e resilienza elenca alcune delle criticità climatico-ambientali dell’Italia: dalla particolare vulnerabilità ai cambiamenti climatici alla fragilità idrogeologica e sismica, da un eccessivo numero di auto pro-capite a una flotta autoveicoli fra le più vecchie dell’Europa occidentale, fino al trasporto di merci su rotaia inferiore alla media Ue. Secondo la Cgil, che ha effettuato una valutazione ragionata e critica del contenuto del Pnrr, nonostante questi e altri problemi, “i progetti e le riforme non sembrano essere adeguati a imporre una vera rivoluzione verde in grado di cogliere la sfida della transizione ecologica per sviluppare la ricerca, lo sviluppo, le produzioni e l’occupazione sostenibili e di qualità”.
Prendiamo il trasporto locale, per esempio: il Piano nella Missione 2 stanzia risorse per il rinnovo del settore, con l’acquisto di bus a bassa emissione e per lo svecchiamento di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa, ma questi investimenti non sembrano sufficienti a consentire un robusto processo di trasformazione sostenibile e vanno più strettamente correlati allo sviluppo delle relative filiere industriali nazionali collegate soprattutto nel settore automotive”. Non basta. Per l’insieme degli interventi per un settore così importante mancano linee di indirizzo e scelte di politica industriale, necessarie per accompagnare una fase di transizione nella quale si innesta la nascita del gruppo Stellantis.
Entrando più nel dettaglio, per lo sviluppo del trasporto rapido di massa il Piano presentato dal governo prevede la realizzazione di 240 km di rete, suddivisi in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). “Appare condivisibile – sostiene la confederazione - che il focus dell’intervento sia principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane. L’obiettivo è ottenere uno spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico”.
Nell’ambito del rinnovo di flotte bus e treni verdi, la misura prevede tre interventi: rinnovo della flotta autobus con mezzi a basso impatto ambientale, accelerando l’attuazione del Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile. In particolare, è previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane; rinnovo della flotta dei treni per il trasporto regionale e gli intercity con mezzi a propulsione alternativa. La misura prevede l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026. A questi vanno aggiunte 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici; rinnovo parco veicoli dei vigili del fuoco.