In tribunale a Vicenza è alle battute conclusive il processo in Corte d’assise per avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e bancarotta fraudolenta: un procedimento aperto quattro anni fa che vede come imputati una quindicina di ex dirigenti della Miteni, fallita nel 2018, e delle multinazionali che l’hanno posseduta dal 2009 in poi. Tantissime le parti civili, tra queste anche la Cgil e la Filctem di Vicenza, per decisione assunta dalla Cgil Veneto.

Inquinamento da Pfas

Al centro del processo, l’inquinamento e l’avvelenamento da Pfas, sostanze perfluoroalchiliche, un disastro che ha colpito un territorio del Veneto compreso tra le province di Vicenza, Verona e Padova, una popolazione di almeno 350 mila persone, l’acqua di una falda acquifera vasta come il lago di Garda e circa 500 lavoratori della Miteni (ex Rimar) di Trissino (Vicenza), dove queste sostanze sono state lavorate e prodotte per decenni.

Queste molecole, ottenute dall’unione di atomi di carbonio e di fluoro, grazie alle loro caratteristiche di stabilità e di resistenza hanno trovato un’applicazione vastissima, prima in ambito militare e poi nell’industria in generale, in campo medico, nella cosmesi e pulizia, negli imballaggi e nello spegnimento degli incendi.

Sostanze tossiche

Ricerche e studi hanno ampiamente dimostrato che sono tossiche per l’ambiente, dove si accumulano nel terreno, nell’acqua, negli animali e nei vegetali, e nocive per la salute umana, in quanto si accumulano nel sangue e negli organi, potendo provocare disturbi, disfunzioni e malattie gravi, anche oncologiche. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha recentemente dichiarato il Pfoa, uno dei Pfas più conosciuti e presenti ovunque, “sicuramente cancerogeno” per la salute umana.

Il presidio

Quindici associazioni di livello nazionale e locale che da anni si battono in difesa dell’ambiente e della salute, fra queste anche la Cgil Veneto, hanno organizzato un presidio di due giorni, il 7 e 8 febbraio, proprio davanti al tribunale di Vicenza, dove si svolge il processo, con inizio il giorno successivo all’avvio della requisitoria del pubblico ministero. All’iniziativa hanno espresso vicinanza numerosi sindaci, il vescovo di Vicenza, parlamentari, consiglieri comunali e regionali, rappresentanti di associazioni e forze politiche.

Gli obiettivi sono dare visibilità a un tema che riguarda la vita delle persone e l’integrità dell’ambiente, ricordare che ancora non è stata fatta la bonifica del sito contaminato che continua ad avvelenare la falda sottostante, sostenere la richiesta di giustizia nell’accertamento delle responsabilità di chi ha rubato i diritti. Quali? Quelli alla salute, all’acqua pulita, al cibo sano e sicuro, a non dover scegliere tra lavoro e salute, a un ambiente sano, al futuro dei nostri figli, alla speranza.

Messa al bando

Come è emerso anche nel convegno organizzato dalla Cgil del Veneto “Pfas, intervenire oggi per cambiare il futuro” del dicembre scorso, concluso dal segretario confederale Cgil Christian Ferrari, occorre investire per trovare alternative valide ai Pfas, considerato che già ne esistono e sono utilizzate in diversi settori e in diversi Paesi. Nel contempo, adottare in tutto il mondo misure di restrizione, fermando in questo modo il loro accumulo nel pianeta.

Il tema è in discussione nelle istituzioni Ue, dove è presente una proposta di restrizione depositata da Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, fortemente avversata dalle lobby delle multinazionali dell’industria, quella chimica in particolare, che non vogliono alcun tipo di limitazione o regolamentazione.

Per la Cgil questa scelta è a pieno titolo parte dell’azione della Confederazione per un modello di sviluppo che si fondi sulla sostenibilità, ambientale e sociale. Non a caso la Cgil Vicenza è una delle 125 associazioni firmatarie di un manifesto, inviato al governo italiano e alla Ue, per la messa al bando delle sostanze Pfas.

Guarda il documentario della Cgil Vicenza “Pfas lavoro avvelenato”