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“Non parteciperemo alla Cop27 che si svolgerà il prossimo novembre a Sharm el Sheikh". A dirlo è la Cgil nazionale, ritenendo "inaccettabile che la conferenza Onu sul clima si svolga sotto la presidenza del governo egiziano che garantisce impunità a chi ha torturato e ucciso Giulio Regeni, ha detenuto Patrick Zaki, così come tantissimi altri attivisti, solo per aver manifestato le proprie idee”.
La Confederazione evidenzia che in Egitto "non sono garantiti i diritti di libertà d’espressione, riunione e protesta pacifica. Il Paese è soggetto a un clima di repressione, anche con l’uso della forza, e di criminalizzazione delle proteste. I sindacati indipendenti sono fortemente ostacolati nel libero esercizio della libertà di organizzazione sindacale e la legge nazionale che regola il diritto di sciopero e la libertà sindacale viola le Convenzioni Oil C87 e C98”.
La Cgil, dunque, intende "portare avanti in altre sedi e in altri luoghi, con tutte quelle organizzazioni, movimenti e attivisti che condividono i nostri valori, l’impegno per affermare il diritto alla giustizia sociale e climatica, al rispetto dei diritti umani e del lavoro, alla piena e buona occupazione e per la partecipazione attiva e democratica. Questa decisione ci sembra doverosa nel rispetto della memoria di Giulio Regeni e di tutti gli altri attivisti detenuti ingiustamente”.