La lunga pandemia ha lasciato segni evidenti nel tessuto sociale del nostro Paese. Le donne hanno subito un forte impatto. Se sono stati gli uomini a pagare il prezzo più alto in termini di mortalità, è pur vero che analizzando i dati per fasce d’età le donne di età compresa tra i 20 e i 50 anni hanno avuto un’incidenza di contagio da covid superiore di 10 punti percentuali rispetto agli uomini. Una conseguenza del fatto che molti dei servizi essenziali che hanno continuato a funzionare durante le settimane più critiche dell’emergenza contano su una massiccia occupazione femminile. Eppure, adesso che la fase acuta della pandemia sembra alle spalle, sono proprio le donne ad avere grandi difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro con le stesse modalità ante covid. In molte hanno già chiesto riduzioni di orario, aspettativa o si sono dimesse volontariamente.

Per questo motivo la Camera del Lavoro di Alessandria ha aperto lo sportello “lavoratrice chiama”. Attivo su contatto telefonico al 3455967016, anche tramite whatsapp, o all’indirizzo mail lavoratricechiama@cgil.al.it. L’obiettivo è offrire alle donne un aiuto concreto e cercare di individuare insieme delle soluzioni che salvaguardino il difficile equilibrio tra lavoro e vita privata. 

Una decisione suggerita dalle telefonate di lavoratrici in difficoltà, che non sanno come fare per rientrare al lavoro, e che, con le scuole chiuse e i nonni da tutelare, sono schiacciate da un’organizzazione familiare in molti casi ingestibile. Una situazione che ha portato molte donne a rinunciare al lavoro, con ripercussioni sul reddito familiare e sulla situazione economica del territorio. 

“Spesso le famiglie si sentono lasciate sole nel prendere delle decisioni di questo tipo – si legge nella nota – e, come gruppo politiche di genere della Cgil Alessandria, siamo convinte che le lavoratrici con l’aiuto del sindacato, dopo un colloquio che può servire per avere una conoscenza delle molteplici possibilità che a volte i contratti in vigore offrono, potranno prendere delle scelte lavorative in modo più consapevole e ponderato. Siamo consapevoli che, come affermano molti economisti, il contributo delle donne in questa fase di ripartenza sia indispensabile e che da un punto di vista sociale ed economico non possiamo permetterci di cancellare quanto faticosamente conquistato in questi anni, anzi riteniamo che la ripresa possa e debba portare reali miglioramenti per le donne nel mondo del lavoro”.