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"Sono a dir poco sconcertanti le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, Carlo Ciccioli, che dopo ciò che ha affermato in sede istituzionale in merito all’aborto, ha ritenuto opportuno rincarare la dose sostenendo la tesi primatista del rischio di sostituzione etnica, accostando il tema della denatalità alla necessità di revisione della Legge 194. Parole deliranti da stigmatizzare con forza che rievocano tragiche memorie del passato, pronunciate proprio nel Giorno della Memoria". Durissima la reazione di Cgil, Cisl e UIl Marche. L'esponente di FdI aveva addirittura tirato in ballo la necessità di "una '194' in difesa della libertà delle donne di fare figli".
"In un momento tanto difficile, nel quale tutti sono chiamati a garantire il necessario senso di responsabilità, giudichiamo gravissime, fuori luogo e preoccupanti tali affermazioni pronunciate da rappresentanti istituzionali. Nel pieno di una pandemia, di una crisi sanitaria, economica e sociale - scrivono i sindacati - è necessario poter contare su punti di riferimento sicuri, su testimonianze positive, su parole di sostegno ad un progetto comune nel quale la cultura della partecipazione e la diversità rappresentino una ricchezza e una risorsa e non un nemico da combattere".
Secondo le confederazioni, "il Consigliere Ciccioli farebbe bene a guardare i numeri, visto che il calo demografico colpisce, nelle Marche come nel resto del Paese, più i cittadini stranieri che quelli italiani. Forse bisognerebbe chiedersi quali sono davvero le cause di un fenomeno cosi complesso come la denatalità".
Parole che arrivano dopo l’ennesima uscita, "maldestra nei contenuti e nel linguaggio, del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Marco Ugo Filisetti che, sempre in merito alla Giornata della Memoria, non ha perso l’occasione per operare una revisione storica dei fatti. Nel ricordare il tragico sterminio del popolo ebraico - si legge nel comunicato di Cgil, Cisl e UIl - ha rimarcato anche la presenza nei campi di prigionia di militari italiani catturati dopo l’8 settembre del 1943, dimenticando invece che la drammatica operazione di internamento nei lager fu sistematicamente operata anche sugli oppositori politici al regime, sulle minoranze etniche e religiose, sugli omosessuali e i disabili. Oltre a ciò, Filisetti denigra l’attualità definendo l’oggi come il trionfo della trippa…Uno scadimento di contenuti e di linguaggio di cui la collettività farebbe volentieri a meno e dai quali le segreterie di Cgil, Cisl, Uil Marche ritengono di dover pubblicamente prendere le distanze".