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Ex-Embraco, la tensione aumenta. I sindacati denunciano l'assenza di risposte da parte del ministero dello Sviluppo Economico. "Nonostante le innumerevoli richieste di incontro giunte sul tavolo del Ministro Giorgetti sulla vertenza Acc-Ex Embraco, ad oggi nessuna risposta da parte del Mise. Dopo il diniego avuto dalla Commissione europea sulla richiesta dello Stato italiano di poter dare la sua garanzia al prestito in favore di Acc, oggi occorrono risposte celeri ad una vertenza che può essere risolta solo con una ferma volontà politica". Lo affermano le segreterie nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm in una nota congiunta.
"Da subito - proseguono - ci aspettiamo un sostegno finanziario delle banche per dare liquidità ad Acc e poter così pagare gli stipendi dei lavoratori e i fornitori. Il futuro produttivo di medio periodo è garantito dalle commesse già acquisite per un valore commerciale di 2,5 milioni di euro di compressori. Il passo successivo è la costituzione della società Italcomp, per dare fiato al progetto del polo italiano dei compressori che coinvolgerebbe, oltre ai 350 di Acc di Mel (BL) anche i 400 lavoratori dell'Ex Embraco di riva di Chieri".
I sindacati annunciano che "da domani inizia un presidio davanti ai cancelli dell'Acc come prima azione di lotta per evitare di veder naufragare una ristrutturazione industriale sostenuta da un piano industriale già valutato positivamente dallo stesso Mise. La tensione sociale nelle comunità di Mel (Belluno) e Riva di Chieri (Torino) sta salendo. Il silenzio da parte del ministero dello Sviluppo Economico alimenta la rabbia e la preoccupazione delle 750 famiglie". "Il recupero e rilancio industriale-occupazionale di Acc-Embraco rappresenterebbe il giusto vaccino contro il virus della sfiducia sul recupero economico post pandemia che cresce sempre più nel Paese", concludono Fim, Fiom e Uilm.