PHOTO
Un venerdì sera come tanti Glen e Russell si incontrano in un locale gay: nasce subito un'attrazione. Inizia così il film Weekend di Andrew Haigh, dello stesso autore di 45 anni, uscito al cinema il 10 marzo scorso per Teodora Film, avversato dalla Cei e accolto da un inatteso e straordinario successo di pubblico (media copia di 5.696 euro nel primo fine settimana). Martedì 17 maggio il film torna per un giorno nelle sale italiane in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Girato nel 2011 e uscito in Italia con cinque anni di ritardo, la pellicola è un instant classic del cinema omosessuale, in breve è diventato una bandiera delle comunità Lgbt.
Nel film Glen e Russell, entrambi trentenni, si vedranno per tutto il weekend intavolando un rapporto prima basato sull'aspetto fisico, poi oscillante verso il sentimento. Ma lunedì Glen deve partire per trasferirsi negli Stati Uniti: i due ragazzi, per conoscersi e forse amarsi, hanno lo spazio di un fine settimana. Nelle ore trascorse insieme gli amanti si interrogano sull'omosessualità, cosa significa essere gay nel contemporaneo. L'uno è dichiarato, l'altro vive in modo più sotterraneo: il loro è un confronto tra caratteri che si estende a una visione del mondo.
Andrew Haigh, regista inglese dichiaratamente gay, firma un piccolo film a basso costo ambientato nella working class inglese, di cui i personaggi fanno parte, e lo dirige con passo lieve e doloroso interrogandosi sulle questioni complesse dell'identità personale e sessuale. I due ragazzi che parlano tra loro sono, per chi guarda, una discussione sull'oggi. Il cineasta raccoglie il topos del racconto a unità di tempo, nell'arco di un weekend, che tradizionalmente inscena il rapporto tra un uomo e una donna: la sua intenzione è ribaltare lo scenario e descrivere invece due uomini. Haigh ha detto: “Se volete chiamatelo film gay: sono contento che sia definito così, ne vado orgoglioso. Ma non serve essere gay per combattere per l'identità e l'autenticità”. L'essenza non dipende dal genere e l'amore, allora, è sempre un fatto universale.