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Un’assemblea pubblica per tenere viva una speranza. È quella che hanno organizzato per oggi, venerdì 29 giugno, sindacati e lavoratori della Comital di Volpiano (Torino), che il 18 giugno scorso è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Ivrea. Una decisione shock per i 110 dipendenti dell’azienda produttrice di laminati in alluminio per i settori alimentare e farmaceutico, motivata dall’assenza totale di offerte di acquisto. L’assemblea, convocata “per dare subito – spiega la Fiom Cgil territoriale – un segnale di massima attenzione a questa vertenza”, vede la partecipazione dei sindaci della zona, delle istituzioni locali e dei parlamentari piemontesi.
Il Tribunale di Ivrea, dunque, ha preso atto della mancanza di offerte per la Comital (di proprietà dal 2014 della francese Aedi-Lamalù e nota al grande pubblico per gli storici marchi Cuki e Domopak), rigettando anche l'ipotesi fatta dai sindacati della continuità produttiva. Una misura che avrebbe evitato sia di mettere a rischio la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti, che dovrebbe restare in vigore fino al 21 novembre, sia lo stop totale degli impianti, di cui la maggior parte debbono funzionare a ciclo continuo altrimenti rischiano il deterioramento.
“La decisione del Tribunale di Ivrea è inaccettabile, perché non tiene conto né delle pur residue prospettive industriali né della drammatica situazione dei lavoratori, fin qui tutelati da una cassa integrazione che dovrebbe proseguire fino a novembre”, spiegano Federico Bellono (segretario Fiom Cgil Torino) e Julia Vermena (responsabile Fiom per la Comital). I due esponenti sindacali, inoltre, sottolineano che “rigettando l'ipotesi della continuità produttiva che avrebbe mantenuto in attività l'azienda, seppur in modo parziale, si scarica la crisi dell'impresa sulla pelle dei lavoratori”. Bellono e Vermena rimarcano anche che “si era andati in procedura di concordato perché all'orizzonte si intravedevano quattro o cinque possibili acquirenti. Probabile che alcuni di questi siano ancora interessati e che convenga di più rilevare un'azienda dal fallimento che dal concordato. È bene, allora, non sprecare questa ulteriore possibilità”.
La Comital è in difficoltà già da qualche anno. Ma la situazione precipita nell’agosto 2017, con la decisione della proprietà francese di chiudere lo stabilimento. Da lì inizia un periodo di grande turbolenza, con i lavoratori che per mesi danno vita a un presidio permanente. Le proteste sortiscono effetto: in febbraio l’azienda ritira la procedura di licenziamento collettivo, sostituendola con la cassa integrazione fino a novembre e mettendosi in attesa degli eventuali compratori. Che però non arrivano: il 6 giugno scorso scadono i termini per il bando d’acquisto ma nessuno si presenta, e il Tribunale dichiara il fallimento. Adesso entra in gioco il commissario liquidatore: la speranza di sindacati e lavoratori è che avvii un esercizio provvisorio al fine di mantenere l'attività.