Secondo l'ultimo rapporto della Fondazione Migrantes, il veneto è la seconda regione italiana per emigrazioni. La segretaria generale della Cgil regionale, Elena Di Gregorio, alla luce di questi dati, sollecita una riflessione sulla qualità del lavoro e sul modello di sviluppo vigente in Veneto.
“I cittadini veneti, soprattutto giovani, emigrano verso altri paesi, questo deve obbligare ad una riflessione sulle prospettive di un territorio che, per altro, si presenta in una condizione di calo demografico e di progressivo invecchiamento”, scrive Di Gregorio in una nota. “La fuoriuscita dalla regione di forze giovani e qualificate – si legge ancora - rappresenta in tale contesto un impoverimento del tessuto sociale che deve preoccupare, anche perché non vi è un’attrattività ed un contemporaneo afflusso di 'cervelli' a compensazione degli abbandoni”.
Secondo il sindacato, “bisogna dunque agire sulle cause, a partire dalla qualità del lavoro, ancora troppo connotato da condizioni di precarietà e scarsa appetibilità per tanti giovani veneti. Come Cgil siamo impegnati in una campagna a sostegno di una proposta di legge (accompagnata da 3 referendum) volta a rafforzare i diritti del lavoro e contrastare le forme di sfruttamento che passano per le situazioni più precarie e meno tutelate”.
Infine, conclude Di Gregorio, “siamo convinti che una svolta nel modello di sviluppo, puntando maggiormente su ricerca ed innovazione, ed un nuovo impulso all’occupazione, a partire dalle proposte per un Piano del Lavoro lanciate dalla Cgil, possano rappresentare i semi fertili per quell’inversione di tendenza necessaria per contrastare il rischio dell’impoverimento sociale ed economico”.