Quest’anno nel Veneto le vendite hanno registrato un +2,7 (+3,8 nella grande distribuzione) e i prezzi un + 0,3 (+ 0,5 in ipermercati e supermercati). "L’unica cosa che non è cresciuta sono le retribuzioni dei dipendenti, non solo bloccate da oltre due anni ma che le aziende vorrebbero ridurre ulteriormente assieme ad una serie di tutele acquisendo, in aggiunta, la possibilità di allungare ancor più le mani su orari e flessibilità (vedere volantino allegato)", così in una nota della Cgil Veneto.

Sta qui lo scontro innescatosi sul rinnovo del contratto nazionale del commercio tra organizzazioni sindacali ed associazioni datoriali (Cooperative, Federdistribuzione, Confesercenti) arrivate ad un punto di resistenza tale da indurre Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs a proclamare due giornate di sciopero, entrambe di sabato, la prima delle quali si svolgerà il 7 novembre mentre la seconda sarà, sotto Natale, il 19 dicembre.

Per il prossimo sabato, in occasione dell’astensione dal lavoro che durerà l’intera giornata, è organizzata una manifestazione regionale a Vicenza, con partenza del corteo alle ore 10 da Campo Marzo e conclusione in Piazzetta delle Poste dove si terranno i comizi.

"Molto partecipate, e molto combattive – continua la nota – sono state le assemblee tenute in questi giorni dalle organizzazioni sindacali, nonostante il clima avvelenato - in alcune realtà - da tentativi, pressioni ed ingerenze delle direzioni per indurre i lavoratori a non scioperare. Il che, riguardando un settore dove il lavoro è particolarmente fragile, evidenzia ancor più la rudezza del clima che si sta instaurando nel commercio dove, dopo che sulla vita delle persone con il lavoro festivo no stop, si arriva ad interferire anche sulle loro armi di difesa quali il diritto di sciopero".

"Dal canto suo il sindacato – prosegue la Cgil – invita a non lasciar soli i lavoratori del commercio e fa appello ai lavoratori di tutti i settori a sostenere (astenendosi dal fare la spesa il 7 novembre) la battaglia di commesse e cassiere. Un rinnovo su basi positive del contratto della distribuzione rappresenterebbe infatti una conquista importante per l’intero mondo del lavoro poiché porrebbe un argine ai tentativi in atto - non solo nel commercio - di ridimensionare retribuzioni e tutele in Italia".

"Inoltre – conclude il comunicato – si riequilibrerebbero le retribuzioni dell’intera categoria dove le aziende aderenti a Confcommercio, che ancora nel 2015 ha firmato il contratto, stanno applicando l’aumento salariale di 85 euro a regime che invece le grandi catene continuano a negare".