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È un'Ape "sempre meno social" quella che il governo ha messo a disposizione dei lavoratori edili, prevedendo per l'accesso all'anticipo pensionistico una serie di adempimenti burocratici che, di fatto, la rendono pressoché inaccessibile anche a chi ne avrebbe pienamente diritto. A denunciarlo in una nota sono i sindacati dei lavoratori edili dell'Umbria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.
"Nei fatti il governo sta negando a tutti i lavoratori edili, compresi naturalmente i circa 720 interessati dell’Umbria, l’accesso all’Ape, realizzando una vera e propria truffa - scrivono i sindacati umbri - La truffa è rappresentata dalla circolare Inps numero 99 del 2017, che prevede per il lavoratore impiegato in attività pesanti e pericolose, l’obbligo di presentare una dichiarazione del datore di lavoro che certifichi il periodo di lavoro svolto. Se il lavoratore ha avuto più rapporti di lavoro, le dichiarazioni si sommano una con l’altra".
"È utile sapere - continuano Fillea, Filca e Feneal - che gli edili hanno in media 3 rapporti di lavoro l’anno e siccome il periodo interessato deve coprire 7 anni, significa che occorrerebbe qualcosa come 21 dichiarazioni di datori di lavoro diversi.
Un vero e proprio “tour de force”, chiaramente impraticabile, tanto più per il fatto che, ad esempio in Umbria, il 40% delle aziende edili negli ultimi anni è sparito. Quindi, il percorso indicato dall’Inps e dal Governo è del tutto impraticabile e puzza lontano un miglio di truffa e di presa in giro di una intera categoria. Anche perché basterebbe rivolgersi alle casse edili per produrre la necessaria certificazione".
"È necessario che da subito il governo e l’Inps provvedano a sanare questa situazione assurda. Dal canto suo, il sindacato degli edili continuerà la mobilitazione", concludono Fillea, Filca e Feneal.