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Un'indagine della direzione distrettuale antimafia di Messina ha scoperchiato una colossale truffa per drenaggio illecito di oltre 10 milioni di euro di risorse pubbliche destinate all’agricoltura e ha portato a 94 arresti tra esponenti della mafia dei Nebrodi e colletti bianchi.
“Gli arresti portano alla luce una truffa frutto anche delle distorsioni del sistema, che di fatto finora non ha garantito che le risorse europee producessero sviluppo, ma solo arricchimenti illeciti”. Lo scrivono in una nota congiunta il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, e il segretario nazionale Cgil, Giuseppe Massafra.
“Un’operazione importante e meritoria – osservano –, ma che non basta a eliminare un sistema criminoso ampio come dimostrato, e che gode di appoggi e accondiscenze”. I due esponenti della Cgil rilevano “il contributo dato nel risultato di oggi dal protocollo voluto dall’ex presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, che se esteso aiuterebbe ulteriormente nel contrasto alle attività criminose dei clan”.
Tra le distorsioni da eliminare, per la Cgil, c'è quella che consente l’assegnazione delle risorse sulla base del possesso della terra, piuttosto che di progetti. “Lo Stato – aggiungono – si deve reimpossessare del suo territorio, censendo tutti i terreni demaniali e, attuando il progetto di “Banca della terra”, con l’affidamento a fini produttivi a cooperative e aziende fatte da giovani”. Mannino e Massafra dicono che “all’immobilismo di un sistema che, come dimostrato, non produce sviluppo ma favorisce la mafia, che abilmente si insinua nei meandri di procedure che hanno falle per fare razzia di risorse pubbliche nell’assenza di controlli adeguati, occorre sostituire un sistema pubblico dinamico che indirizza le risorse verso la creazione di attività produttive e di lavoro. Bene dunque l’azione repressiva – osservano Mannino e Massafra –, ma non sufficiente”.
Per liberare realmente il territorio ed eliminare il silenzio, l’accondiscendenza e la paura di chi subisce questo sistema “serve un segnale forte da parte delle istituzioni pubbliche in termini progettuali e di rilancio dell’occupazione”. Dalla Cgil viene un appello alla società civile a mobilitarsi per ottenere dalle istituzioni le misure necessarie “a estromettere definitivamente la mafia dal sistema economico e sociale siciliano, incentivando anche la fiducia delle popolazioni che subiscono la vessazione di una mafia che non lascia al territorio nulla, ma depreda anzi le risorse che potrebbero produrre sviluppo e lavoro”.