Cgil, Cisl e Uil, con una lettera indirizzata al sottosegretario Pier Paolo Baretta, hanno chiesto al ministero dell'economia e delle finanze un incontro urgente sul tema dei frontalieri (lavoratrici e lavoratori che, residenti in Italia, lavorano in uno dei Paesi confinanti).

Da tempo le tre sigle chiedono di giungere a un vero e proprio "statuto fiscale" per questi lavoratori, che si muovono quotidianamente tra due paesi, essendo quindi soggetti a due legislazioni e strutturalmente esposti al rischio di doppia imposizione.

“Ciò è particolarmente vero - si legge in una nota - in quegli ambiti confinari con paesi con cui l’Italia non ha sottoscritto accordi bilaterali per evitare la doppia imposizione oppure, pur avendoli sottoscritti, questi non contemplano e disciplinano l’imposizione del reddito del lavoratore frontaliero. In questo ambito è particolarmente importante il negoziato in corso con la Confederazione elvetica, teso alla ridefinizione dell’esistente convenzione (con particolare riguardo all’accordo del 1974 sui lavoratori frontalieri) per evitare la doppia imposizione. Confronto urgente, dato che lo stato di avanzamento di quel negoziato è tale da far prevedere una sua rapida conclusione”.

“Nelle ultime settimane - conclude il comunicato - sono inoltre emerse controverse indicazioni relative agli oneri connessi al diritto di opzione in materia sanitaria, che sembrano non tenere nel giusto conto l'attuale regime di tassazione applicato ai lavoratori frontalieri italiani attivi in Svizzera. Le confederazioni sindacali chiedono quindi un confronto urgente per esprimere preoccupazioni e proposte, tese a evitare una penalizzazione fiscale di questi lavoratori o comunque un eccessivo appesantimento burocratico nel doversi rapportare con entrambe le autorità di Italia e Svizzera”.