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Sulla tassa dei permessi di soggiorno i patronati chiedono chiarezza. Il Ce.Pa. (raggruppamento dei Patronati Inca, Inas, Acli e Ital), ha sollecitato, con una lettera alla Direzione centrale dell’immigrazione e della Polizia delle frontiere, una “comunicazione chiara e trasparente alle Questure e all’utenza” in merito alle novità introdotte dalla sentenza del Tar del Lazio del 24 maggio scorso in materia di rilascio e rinnovi dei permessi di soggiorno. Per i patronati, “l’assenza di informazioni utili ad adeguare il comportamento della macchina amministrativa secondo quanto disposto dal giudice sulla inesigibilità dell’ulteriore contributo, sta creando troppe ambiguità supportate da informazioni errate”.
I siti internet della Polizia di Stato, delle Poste, dei Comuni che illustrano i requisiti per l’ottenimento dei titoli di soggiorno, denunciano i Patronati, “non sono stati ancora aggiornati. Questo nonostante a oggi la pubblica amministrazione non possa esigere il pagamento di un ulteriore contributo che di fatto, per disposizione del Tribunale amministrativo, non esiste più”. Questa assenza di comunicazione, inizialmente giustificata con le esigenze di raccordo con gli altri ministeri (ministero delle Finanze in primis), sta generando “un danno a quegli stranieri che richiedono il permesso di soggiorno e pensano, affidandosi alle informazioni disponibili sui siti ufficiali delle amministrazioni, che questo sia ancora dovuto”. A oltre 20 giorni dalla sentenza che cancella l’ulteriore contributo “non è ammissibile che non siano state date indicazioni corrette per gestire le modifiche normative introdotte ma che, anzi, si insista nel diffondere messaggi ambigui o generatori di comportamenti scorretti”.
E non finisce qui. “Mancano inoltre – continua il comunicato stampa - informazioni sull’aggiornamento del sistema telematico in uso alle Questure che ancora oggi richiede il versamento del contributo da 80 a 200 euro per portare a definizione la procedura amministrativa del permesso di soggiorno. Si arriva a casi limite dove alcune Questure si spingono a richiedere il versamento integrativo, con preavviso di rigetto, ignorando completamente la portata e l’esecutività della sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio”.
I Patronati Inca, Inas, Acli e Ital, nel vigilare affinché non siano compiute irregolarità rispetto al non dovuto versamento dell’ulteriore contributo, “chiedono all'amministrazione di adeguare urgentemente le proprie procedure alla normativa in vigore; di mettere in atto le dovute comunicazioni all’utenza e alle strutture periferiche affinché non si ripetano situazioni di danno agli stranieri che richiedono oggi i permessi di soggiorno”.