All’assemblea Cgil è stata la volta di Daniel Taddei, segretario della Camera del lavoro di Macerata. “Da mesi, stiamo vivendo il dramma delle nostre popolazioni a causa del terremoto. Voglio ringraziare tutti quei lavoratori precari che di fronte alle emergenze si sono impegnati ciascuno sul proprio posto di lavoro. Dobbiamo ripartire da qui, per ribadire i diritti per un lavoro onesto e dignitoso. Quei diritti che sono venuti meno negli ultimi anni nel territorio che rappresento. Siamo di fronte a un terremoto, evento che per vastità e pericolosità non può essere paragonato a nient’altro. Perché, oltre ai traumi psicologici e sociali che vivono continuamente gli abitanti, ha spazzato via un intero tessuto produttivo. Le cifre sono impressionanti: 122 comuni colpiti in tutta la Regione, 54 su 56 nella sola provincia di Macerata; 286 zone rosse, interi centri storici e borghi crollati. Cittadine come Tolentino e San Severino con quartieri completamente squarciati; municipi inagibili, amministrazioni comunali allo stremo, di fronte a un’emergenza enormemente superiore alle loro capacità”.
“A tutto ciò – ha proseguito il dirigente sindacale –, si è sommata la tragedia degli ultimi giorni con due metri di neve accumulata nelle zone di montagna. Oltre 5.000 persone della mia provincia si sono spostati dall’entroterra alla costa, un migliaio di lavoratori devono fare centinaia di km al giorno per raggiungere il proprio posto di lavoro. 30.000 utenze saltate per via della neve. E in tutto ciò, i moduli abitativi non sono ancora arrivati e nei container non si può vivere a lungo. La Valnerina è bloccata e i lavoratori sono costretti a fare 120 km per recarsi al lavoro, dovendo passare per Foligno. E vengono meno i diritti fondamentali, come quello all’istruzione, con bambini che vanno a scuola solo di pomeriggio. Per l’anno scolastico 2017-18 perderemo scuole e classi, perché nel frattempo i bambini si sono iscritti altrove, lungo la costa. Inoltre, la stragrande maggioranza delle scuole non ha la certificazione antisismica e moltissimi plessi scolastici non hanno proprio alcuna certificazione di sicurezza. Anche l’università di Camerino è in gravi difficoltà. È venuto poi meno il diritto alla salute, con ospedali compromessi, presidi e rete di assistenza del tutto sguarniti. Infine, devono essere ancora pagate le casse integrazioni in deroga. Bene fa la Cgil a chiedere interventi eccezionali. È da qui che dobbiamo ripartire se vogliamo farcela, in primis dai diritti del lavoro, per ricostruire un tessuto sociale”.