Domani (24/4) a Firenze alle 12 in piazza Santa Trinita si svolgerà un flashmob per ricordare il terribile incidente accaduto in Bangladesh un anno fa. "Il 24 aprile 2013 crollò lo stabilimento tessile Rana Plaza, 30 chilometri fuori Dhaka, la capitale del Bangladesh: morirono 1.138 persone, la stragrande maggioranza giovani lavoratrici. Un anno dopo il crollo del Rana Plaza, i marchi che si rifornivano presso le aziende ospitate da quel palazzo non sono ancora riuscite a predisporre adeguati finanziamenti per risarcire le vittime e i familiari delle vittime, nonostante gli accordi siglati", si legge in un comunicato stampa che annuncia l'iniziativa organizzata dalla Campagna Abiti Puliti, con Filtcem Cgil Firenze, Mani Tese Firenze, Acu Toscana e Villaggio dei Popoli.

Si tratta di un'iniziativa globale, con manifestazioni che si terranno in tutto il mondo. In Italia, numerose saranno le manifestazioni di pressione verso le imprese italiane Benetton, Manifattura Corona e Yes Zee in favore della costituzione del Fondo di risarcimento. A Firenze sarà “Eu Ropa”, un progetto artistico della Compagnia Insomnia dedicato al tema dei diritti umani nell'industria dell'abbigliamento, a mettere in piazza un flash-mob. La performance sarà coordinata dalla danzatrice italo-argentina Gisela Fantacuzzi. 

Nonostante sia stato siglato un accordo innovativo tra marchi, governo bangladese, lavoratori, sindacati nazionali e internazionali e ong, supervisionato dall’Ilo, per predisporre un programma di risarcimento delle vittime del Rana Plaza inclusivo e trasparente, conosciuto come l’Arrangement, "il Donor Trust Fund volontario istituito per raccogliere le donazioni è ad oggi tristemente sotto finanziato con solo una piccola parte dei 40 milioni di dollari – si legge nel comunicato –, versati da meno della metà dei marchi coinvolti nel disastro del Rana Plaza". “I grandi marchi internazionali della moda hanno nuovamente fallito nel garantire il rispetto dei lavoratori che producevano per loro – dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti –. Oggi, violando il diritto dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime del Rana Plaza a ricevere il giusto risarcimento per un disastro che poteva e doveva essere evitato, i marchi europei e nord americani infliggono a migliaia di persone una sofferenza continua, ingiusta e intollerabile. Le imprese coinvolte devono assumere le proprie responsabilità. Il tempo è scaduto, è una questione di civiltà”.