"E' passato un anno da quelle morti alle porte dell'Europa, il Mar Mediterraneo. Inoltre, i flussi migratori stanno aumentando con lo scoppio delle guerre per tutto il medio oriente e quindi vediamo sbarchi e morti aumentare anche sulle coste siciliane. Continua una gestione complicata e a breve termine dell'emergenza, senza una vera cooperazione europea, sempre volta a prestare i primi soccorsi al momento dello sbarco e poi a lasciare quasi a se stessi le persone che non riescono ad integrarsi". Così scrive in una nota la Rete degli studenti medi.

Dichiara Alberto Irone, Portavoce Nazionale Rete Studenti Medi: "Questi viaggi non sono altro il proseguo dell'incubo della guerra, fatti in condizioni precarie e molto spesso causano la morte dei profughi. Donne, bambini e uomini continuano a morire cercando una via per sopravvivere. Le politiche sulla gestione dell'immigrazione devono essere discusse ed applicate a livello europeo, non si deve lasciare la completa gestione dell'emergenza solo all'Italia."

Continua Irone: "Questa mattina, in occasione del primo anniversario, eravamo davanti alle scuole di tutta Italia per consegnare agli studenti dei nastri gialli, colore dell'immigrazione, per sensibilizzare su questo tema e per non lasciare che questa ennesima strage passi inosservata. Vogliamo che la questione dell'immigrazione non venga considerata come una questione italiana, o peggio esclusivamente siciliana, deve essere un obiettivo dell'Europa gestire al meglio questa crisi."

Conclude Irone: "La Grande Bellezza del nostro paese sta nella possibilità per ciascuno di affermare se stesso e di avere la possibilità di riscattarsi nel momento in cui un diritto viene negato o viene tolta la libertà. Non possiamo accettare che le persone continuino a morire nella ricerca di una vita migliore. Il 10 ottobre saremo in piazza per dire anche che la Grande Bellezza passa per un modello di scuola diverso, inclusivo, che integra, ed una società ed una comunità europea che si fanno carico dei problemi insieme e li risolvono, senza mai perdere di vista i diritti fondamentali dell'uomo."