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“Nel trentaduesimo anniversario della strage rivolgo il mio pensiero commosso alle ottantacinque vittime di quel vile atto terroristico e agli oltre duecento feriti, rimasti indelebilmente segnati dall'orrore di quella mattina, e sono vicino ai famigliari delle vittime e dei feriti”. E' quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi.
“Il decorrere del tempo - aggiunge il Presidente - non lenisce il loro dolore e rinsalda in essi l'impegno nel perpetuare la memoria di uno dei più tragici fatti della storia del nostro paese. Come ebbi a dire lo scorso 9 maggio, il tener vivo, anche nelle sue forme più sofferte, il ricordo delle vittime innocenti del terrorismo consente di trasmettere e condividere il senso della libertà e della democrazia, la volontà di contribuire alla tutela dei principi e dei diritti costituzionali, da qualunque parte vengano insidiati o feriti. In questa ottica, assumono particolare importanza sia le iniziative intraprese per ricostruire ogni aspetto delle inchieste giudiziarie e parlamentari sulla strage sia quelle, umanamente toccanti, che ripercorrono quel drammatico 2 agosto 1980 attraverso i volti e le storie delle vittime e di tutti coloro che hanno visto violentemente interrotti sogni, speranze, prospettive e che oggi testimoniano la brutalità senza senso di un attentato tanto folle quanto feroce. Con questo spirito, esprimo a lei, illustre presidente, ai feriti e ai famigliari delle vittime la più sentita solidarietà mia e dell'intero paese”.
Per il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, "l'efferatezza, la crudeltà, l'assurdità di quel gesto che ha colpito cittadini inermi per perseguire un folle disegno di destabilizzazione dello Stato, rendono il ricordo un imperativo morale, direi politico, nel senso più alto del termine". La titolare del Viminale, intervenuta in consiglio comunale, ricorda che "il raggiungimento della verità giudiziaria sugli autori del massacro costato la vita a 85 persone e la salute a più di 200 feriti non è stato né breve né indolore; è stato lungo, faticoso, pieno di insidie e di tranelli. C'e' voluta tutta la forza, la pazienza, la volontà dei familiari delle vittime, dei magistrati, delle istituzioni bolognesi e la fiducia dei cittadini italiani per arrivare a scoprire i responsabili di un episodio che, per la sua devastante brutalità, non può essere catalogato come il semplice gesto di qualche folle".
Però, aggiunge Cancellieri, "molti interrogativi restano ancora senza risposta e di fronte a questi non possiamo lasciare chiusa nessuna porta. C'è una verità giudiziaria, ma ci sono molti passi da fare per arrivare a una ricostruzione della verità storica, senza alcun pregiudizio di sorta, con spirito laico e onestà intellettuale".