PHOTO
A 5 anni dalla confluenza della Gestione ex Enpals presso l’Inps (1° gennaio 2012), ancora tempi duri per le domande di pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, perché l’Istituto previdenziale pubblico continua a non aggiornare i sistemi di calcolo per gli iscritti, lasciando nell’incertezza le posizioni assicurative individuali finora acquisite. E’ quanto denunciano i Patronati del Ce.Pa (Inas, Inca, Ital e Acli), in una nota inviata già il 2 maggio scorso alla direzione generale previdenza dell’Inps, nella quale parlano di “forti lacune dal punto di vista organizzativo, gestionale e procedurale, che si ripercuotono sulla lavorazione delle pratiche”.
In particolare, le contestazioni riguardano le cosiddette domande di “pensione esplorativa”, per quanti fossero in prossimità di pensionamento. Possibilità concessa proprio in considerazione della peculiarità degli iscritti all’Ente previdenziale e delle difficoltà di lettura delle relative posizioni assicurative. “Di fatto, però – accusano i Patronati -, senza alcun preavviso ed in modo unilaterale, negli ultimi tempi l’Istituto ha deciso, nei provvedimenti di pensione esplorativa, di non fornire indicazioni circa la consistenza dell’anzianità contributiva degli iscritti che presentano la relativa domanda, limitandosi quindi a comunicare che l’interessato ha maturato o non ha maturato il diritto a pensione”.
Nella nota, i Patronati ribadiscono “con forza le ragioni e l’importanza per gli assistiti, iscritti ex Enpals, di avere certezza dell’anzianità contributiva maturata e di conoscere eventuali diritti pensionistici da questa derivanti, affermando che ad oggi la domanda di pensione esplorativa rimane l’unico strumento disponibile, viste le caratteristiche e le peculiarità della gestione ex Enpals”.
Gli stessi estratti certificativi rilasciati dall’Istituto “non suppliscono allo scopo”, denunciano i Patronati: non riportano i contributi d’ufficio, quelli convenzionali, gli scarti, non indicano il raggruppamento prevalente e spesso il numero complessivo dei contributi registrati appare errato. Inoltre, diverse liquidazioni di pensione vengono effettuate sulla base di elaborati che non vengono inviati né al pensionato, né messi a disposizione del Patronato che ha patrocinato la pratica di pensione, con il risultato che la maggior parte dei provvedimenti risultano essere provvisori.
Tale situazione, secondo Inas, Inca, Ital e Acli, fa emergere un problema di “trasparenza”. Il pensionato non ha la possibilità di verificare la correttezza dell’importo liquidato e nel caso in cui dovesse successivamente verificare un errore in difetto dell’importo di pensione liquidata, potrebbe incorrere nella trappola della decadenza triennale del diritto, con la perdita definitiva del diritto al ricalcolo della prestazione.
Per i Patronati del Ce.Pa. è altrettanto grave il fatto che, nonostante i numerosi solleciti, l’Inps non abbia ancora chiarito se sia stato risolto il mancato accredito della contribuzione del 2015 e se le prestazioni pensionistiche già liquidate siano state calcolate tenendo conto o meno di questi versamenti. Tale lacuna nella posizione assicurativa individuale ha effetti diretti sia sul diritto che sulla misura della pensione.
“I lavoratori che versano i contributi nella gestione ex Enpals, possono apparire, a una lettura superficiale, un settore marginale – spiega Fulvia Colombini, del collegio di presidenza Inca -; invece sono in crescita perché oltre a chi lavora nello spettacolo: attori, attrici, musicisti, ballerini, si aggiungono, con numeri sempre più importanti, gli sportivi professionisti e molte altre figure che trovano lavoro nell’ambito dell’intrattenimento, della cultura, delle tante manifestazioni territoriali e nazionali rappresentando quindi una parte importante del mondo del lavoro, anche sul piano culturale. E’ fondamentale garantire i loro diritti previdenziali e la possibilità di accedere in modo semplice e trasparente a tutte le informazioni necessarie, data anche la particolarità nello svolgimento della prestazione lavorativa. Chiediamo all’Inps uno sforzo organizzativo per uscire dai disservizi che durano da troppo tempo a tutela dei diritti individuali”.