"Dal 18 maggio, il ministero dell'Interno ha dato disposizioni agli uffici competenti, affinché le istanze di cittadinanza avvengano solo ed esclusivamente attraverso l'inoltro telematico delle pratiche. Ad oggi, non è prevista nessuna procedura che consenta ai patronati l'accesso telematico per la compilazione e l’invio della pratica; di conseguenza, ciò potrà avvenire solo da parte dell'interessato attraverso l'utilizzo del proprio Pin". È quanto riferiscono, in una nota unitaria, Cgil, Cisl e Uil assieme a Inca, Inas e Ital dell'Emilia Romagna.
Le organizzazioni sindacali e i patronati, a livello nazionale, hanno chiesto un incontro al Viminale per chiarire la situazione, senza avere, ad oggi, nessun riscontro. Gli uffici di patronato istruiscono, già da tempo, le pratiche di richiesta di cittadinanza. "Lo fanno esclusivamente nell’interesse del cittadino e dell’amministrazione pubblica, sia con la verifica dei requisiti per l’ottenimento della stessa, sia con la completezza della documentazione necessaria per una corretta istruttoria. Stiamo parlando di circa 15.000 domande di cittadinanza, che ogni anno vengono inoltrate nella nostra regione, la stragrande maggioranza delle quali è gestita attraverso l’attività dei patronati e dei sindacati", continua la nota congiunta.
"I patronati operano in osservanza di una specifica normativa che ne regola l’attività e ne dispone il funzionamento e le finalità anche in tema di immigrazione (vedi articolo 7, comma 1, della legge 152/2001) affidandogli, tra le funzioni, quella di assicurare l'assistenza e tutela degli stranieri e apolidi. Sempre i patronati operano esclusivamente nell’interesse delle persone che richiedono la cittadinanza, evitando che queste debbano affrontare ulteriori pesanti spese presso strutture di consulenza a pagamento. Le domande di cittadinanza, inoltre, come altre tipologie di istanze riguardanti l’immigrazione, sono inserite tra i prodotti oggetto di rendicontazione e finanziamento al ministero del Lavoro", aggiunge il comunicato.
"I patronati rappresentano, dunque, condizione di garanzia nell'arginare il fenomeno dei faccendieri, che contraddistingue il mercato delle pratiche inerenti l’immigrazione in tante province della regione e del paese. Si è disposti ad abbandonare un valido servizio di supporto al lavoro dell'amministrazione pubblica che non presenta per questa costi aggiuntivi? I patronati svolgono con competenza, dovizia e riservatezza, attività di inoltro telematico di istanze per conto degli assistiti nei confronti di Inail, Inps e altre amministrazioni, ministero dell'Interno compreso. Quindi, stante l'assenza di apposite condizioni e procedure di accesso per l'inserimento telematico plurimo delle istanze, i patronati non avranno più la condizione di garantire il livello di assistenza nei confronti delle persone che richiedono il riconoscimento della cittadinanza e, a seguito di questo, la pubblica amministrazione dovrà farsi carico, in un contesto di risorse limitate, di un lavoro straordinario di verifica, controllo e istruttoria che già svolgono i patronati", rileva ancora la nota.
Si è pensato quanto questo possa gravare sui servizi al pubblico delle prefetture? Cgil, Cisl, Uil e i patronati "ritengono perciò opportuno che si predispongano, da subito, le necessarie procedure per l'accesso degli operatori di patronato al sistema telematico del ministero dell'Interno nelle modalità almeno già in uso per i permessi di soggiorno, carte di soggiorno, ricongiungimenti, etc". Per questa ragione, e per sollecitare una celere soluzione positiva della problematica Cgil, Cisl, Uil e i patronati hanno già attivato incontri, ed altri si svolgeranno nei prossimi giorni, presso tutte le prefetture della regione e presidi a supporto di tale richiesta.
Sindacati e patronati Emilia Romagna: i ritardi del Viminale
20 maggio 2015 • 00:00