È dei primi giorni dell’anno la notizia che in Emilia Romagna, e molto probabilmente a Modena, si sarebbe presto riaperto il Cie (Centro di espulsione ed identificazione degli immigrati), chiuso nel 2014 per “inagibilità della struttura”. La notizia, spiega una nota del Silp Cgil modenese, è stata “la diretta conseguenza del bisogno di far fronte all’eccessivo flusso di immigrati a livello nazionale e alla richiesta del sindaco di aumentare la sicurezza in città, per l’allarmante crescita degli episodi di microcriminalità degli ultimi tempi”.
I poliziotti modenesi sono profondamente preoccupati per il loro futuro. “Servono almeno cinquanta uomini, oltre a risorse materiali e finanziarie” continua la nota: “Con i numeri oggi a disposizione non si riescono a realizzare nemmeno i servizi ordinari, figuriamoci quelli straordinari.
Sarebbe veramente disastroso sottrarre al controllo del territorio il personale destinato a tappare i buchi dei servizi di vigilanza al Cie”.
Il Silp ricorda che “circa sei mesi fa è stato firmato il rinnovo del Patto Modena Sicura, che prevede la messa a punto di una serie di servizi coordinati per il controllo del territorio da parte delle varie forze di Polizia, per garantire una migliore sicurezza della città e della provincia. Ma tale progetto fa enorme fatica a partire, nonostante sia stato approvato dal sindaco, dal Prefetto, dal Questore e dalla politica”.
Il pessimismo, conclude il comunicato, è inoltre alimentato “da un ufficio denunce al collasso, con tempi di attesa estenuanti; dal paradosso di un posto di Polizia Centro che potrebbe alleggerire la centrale in questo lavoro, ma che da quasi due anni esiste solo sulla carta; da poliziotti di quartiere, oramai ‘inattivi’, i quali hanno riposto il titolo, essendo stati dirottati ad altre attività; da poliziotti che mortificano la propria professionalità ogni giorno, dovendo tappare i buchi di servizi oramai sempre più emergenti”.