“Investire i fondi europei su settori come la viabilità è importante, però la rimodulazione non deve penalizzare, come sta avvenendo, altri segmenti produttivi che possono dare grande impulso all’economia e all’occupazione, come la green economy, il settore rifiuti, l’industria”: lo dicono Antonio Riolo, della segreteria della Cgil Sicilia, e Alfio La Rosa, responsabile del dipartimento fondi strutturali europei, che criticano anche il non coinvolgimento delle parti sociali nella rimodulazione. “Non e’ accettabile – rimarca Riolo – che il ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, dialoghi sugli interventi solo con il Governo regionale, senza tessere il filo del rapporto con il partneriato sociale”.

La Cgil si riferisce alla rimodulazione approvata dalla Giunta siciliana il 23 febbraio, che prevede il dirottamento di 500 milioni dei fondi strutturali  (Po Fesr 2007/2013) al piano di Coesione, con il finanziamento dei lavori di velocizzazione della tratta ferroviaria Palermo–Catania. Con questa manovra vengono tagliate risorse destinate agli interventi infrastrutturali dei piani di assetto idrogeologico (oltre 41 milioni), interventi infrastrutturali nel settore dei rifiuti (14 milioni), cui si aggiunge il taglio di 9,6 milioni destinati all’incentivazione della raccolta differenziata. Sulle energie alternative vengono tagliati 51 milioni, finalizzati a favorire la produzione da fonti rinnovabili con l’attivazione di filiere produttive dedicate e 35 milioni per l’incremento dell’efficienza energetica. Inoltre, vengono meno 108 milioni dall’obiettivo che riguarda lo sviluppo e il rafforzamento dei distretti produttivi e altri 27 milioni per la promozione e sostegno delle attivita’ di ricerca industriale e innovazione tecnologica.

Se individuare le priorità è importante e strategico – affermano Riolo e La Rosa – non è positiva un’operazione di rastrellamento a tappeto di risorse che va a colpire settori come quello dell’energia alternativa, importante per le imprese e le famiglie”. La Cgil, dunque, chiede che “prima che vengano prese decisioni definitive in merito si apra un confronto nel comitato di sorveglianza sugli obiettivi e le dinamiche della rimodulazione. Il tutto, in tempi rapidi, affinchè si raggiunga l’obiettivo di portare a buon fine la spesa di 674 milioni, che va effettuata entro nove mesi, pena il ritorno a Bruxelles delle risorse”.