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Dopo quasi mille esodi incentivati, ricollocazioni, cambio mansioni, chiusura di sedi, il gigante delle merci TNT Spa, a solo due anni dalla precedente ristrutturazione aziendale, presenta nuovamente, in attesa del passaggio della proprietà a Fed Ex Spa, una procedura di riduzione del personale rimasto in Italia.
In tutto sono 239 i dipendenti dichiarati in esubero, una decisione contro la quale Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato per oggi, lunedì 20 luglio, una giornata di sciopero in tutto il gruppo. Secondo le tre organizzazioni sindacali dei trasporti “l’unico obbiettivo perseguito da TNT rimane quello della riduzione del costo del lavoro attraverso il licenziamento dei lavoratori, senza aprire un reale e stringente confronto sulla strategia aziendale e senza un credibile piano di rilancio delle attività, ancora più necessario al fine di garantire le lavoratrici ed i lavoratori nell’ambito della possibile acquisizione di Fed Ex”.
La riunione tra azienda e i sindacati di categoria che si è tenuta la scorsa settimana a Roma, ha avuto un esito negativo. A fronte della richiesta sindacale, avanzata con forza nel corso dell’incontro, di ritiro della procedura di licenziamento di 239 dipendenti dichiarati in esubero dalla TNT, l'azienda ha opposto un rifiuto netto e – accusano i sindacati - “del tutto strumentale”. “E' la riprova che l’unico obbiettivo perseguito dall’Azienda rimane quello della riduzione del costo del lavoro attraverso il licenziamento dei lavoratori”, attaccano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
Per i sindacati è però “indispensabile proseguire il confronto sulla riorganizzazione del lavoro, fermo restando il ritiro della procedura di licenziamento, anche attraverso iniziative di maggiore flessibilità degli orari di lavoro e di efficientamento delle aree produttive, prevedendo tutti gli opportuni strumenti di salvaguardia dell’occupazione, quali la solidarietà, ammortizzatori sociali, strumenti di ricollocazione produttiva ed incentivi alla pensione”.
Lo sciopero di oggi (20 luglio) sarà accompagnato da varie iniziative di carattere locale nelle sedi di lavoro interessate dalla vertenza. In Emilia Romagna, ad esempio, sono previsti due presidi di protesta, uno a Bologna e uno a Piacenza. Analoghe iniziative sono previste in Toscana, davanti alla sede Tnt in via del Pratignone a Calenzano (Fi), e in Liguria, nella sede aziendale di Sestri Ponente (Genova). A Catania invece i 27 lavoratori della sede siciliana hanno bloccato i cancelli e partecipano ad un sit in di protesta di fronte alla sede sino all'esaurimento delle ore di sciopero. Presidio dei lavoratori anche alla filiale dell'autoporto Pescarito, in strada San Giorgio a Settimo Torinese: in Piemonte gli esuberi sono 70: 12 nella filiale di Settimo su 48 dipendenti, gli altri a Orbassano, Biella, Asti e Cuneo.
Preoccupazione per la vertenza Tnt è espressa anche dalla Filt Cgil del Veneto che in una nota sottolinea come la procedura di licenziamento annunciata interessa 19 lavoratrici e lavoratori nella regione. “Siamo convinti e determinati a dire basta – afferma il sindacato dei trasporti del Veneto - Senza uno straccio di piano industriale che preveda rilancio attività e sviluppo, l’unica cosa che passa nelle menti dei vertici TNT Spa è una ulteriore compressione di occupazione, salari, diritti”.