Dopo le prese di posizione di sindacati, associazioni di disabili, ordine delle assistenti sociali, dai rappresentanti dei Comuni e dei direttori sociali delle Ulss, è stata stoppata dalla V commissione la proposta Cr37 di revisione dei Lea, presentata dall’assessore Sernagiotto. Ma l’approvazione è solo sospesa, ora si attenderà il parere della “Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria”, che dovrà entro 30 giorni esprimersi sulla materia per poi ritornare in V commissione per il parere definitivo. "Il provvedimento – ricordano Spi e Fp Veneto – era stato presentato dalla Regione come una riforma epocale dell’assistenza sociale per il Veneto. Ma si tratta solo di un diverso e più complicato utilizzo di una parte di risorse già da tempo utilizzate per finanziare gli extraLea rivolti a persone disabili e non autosufficienti. Niente di tutto questo, infatti, invece di ampliare il diritto all’assistenza con più risorse e più servizi, si complica la vita alle persone e non si garantiscono le risorse necessarie a coprire i bisogni".
"Il rischio concreto è che queste persone vengano lasciate sempre più sole – continuano i sindacati –. Questo provvedimento non contiene alcun coordinamento con la programmazione in essere (nuovo piano sociosanitario) e con le normative regionali esistenti (Legge 30/2009 sulla non autosufficienza) e con la legge quadro sull’assistenza (328/2000), viene annunciato come un allargamento dei Lea (livelli essenziali assistenza) a favore delle persone non autosufficienti e disabili ma, in realtà, si tratta di un provvedimento che riduce le risorse e le prestazioni per gli utenti. I Lea sono diritti esigibili, non è possibile mettere i requisiti dell’Isee per accedervi, come invece pensa di fare l’assessore Sernagiotto. Riformare la domiciliarità e investire sulla territorialità significa investire risorse e strumenti per garantire i bisogni di assistenza delle persone nel loro domicilio. Servono finanziamenti sicuri e consolidati nel tempo, servono professionisti che vadano a domicilio, serve la presa in carico del paziente con un piano individuale di assistenza. Questo provvedimento non garantisce niente di tutto ciò, i finanziamenti non sono sufficienti e si introducono tanti e tali complicanze burocratiche che rischiano di non produrre quei benefici necessari per aumentare la qualità della vita alle persone disabili e non autosufficienti. È per questo che Cgil, Spi e Fp Veneto respingono questo provvedimento e questo modo di organizzare la sanità e il sociale, a suon di politiche di annunci e invitano la Regione ad affrontare i problemi veri delle persone con l’apertura di tavoli di confronto con i sindacati".
Servizi sociali, Cgil Veneto: forti disagi per disabili
27 maggio 2013 • 00:00