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Oltre 3mila pensionati al PalaTiziano di Roma per “Il futuro ci lega”. Si è tenuta oggi (5 giugno) a Roma l'Assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti dello Spi Cgil, durante la quale i pensionati della Cgil hanno fatto il punto sulla sentenza della Consulta e sul decreto sulle pensioni. L’Assemblea si è aperta con l’intervento del segretario nazionale dello Spi Ivan Pedretti. A seguire i pensionati e gli attivisti provenienti da tutta Italia e il segretario organizzativo della Cgil nazionale Nino Baseotto. La chiusura della giornata è stata invece affidata al segretario generale Carla Cantone.
“Dobbiamo impegnarci per favorire l'apertura di una grande discussione sulla partecipazione e sulla democrazia, in Italia e in Europa. Occorre farlo con la Cgil tutta, mettendo al centro della confederazione questa sfida. Non è una sfida qualsiasi, è la sfida del mantenimento della democrazia e della partecipazione in questo paese. Non possiamo chiuderci in noi stessi, nelle nostre regole, nei nostri statuti, nelle nostre delibere. Dobbiamo andare oltre”. Con queste parole Carla Cantone, segretario generale dello Spi, ha aperto il suo intervento conclusivo.
“Lo dobbiamo fare noi – ha continuato – lo deve fare la Cgil, la Cisl e la Uil. Non guardiamo solo dentro i nostri recinti, ma apriamo le porte e le finestre al modello di società che sta avanzando, perché c'è il rischio che nel nuovismo che impera vengano calpestati tutti gli ideali che hanno accompagnato per 70 anni la vita del nostro paese. Non sono stati anni facili, ci sono stati tempi duri, ma nei quali noi abbiamo mantenuto la pace e conquistato diritti per il lavoro e la cittadinanza”.
“Serve – ha detto Cantone - una politica in grado di superare i guasti di venti anni di berlusconismo. Bisogna che lo diciamo a tutti: destra e sinistra non sono la stessa cosa. Questa è la più grande fandonia del mondo. Forse bisognerà trovare nuovi aggettivi, ma le differenze restano. Le differenze tra lavorare e comandare, tra ricchi e poveri, tra ceto medio-basso e alto ci saranno sempre, così come l'egoismo di chi ha la pancia piena. Per questo vogliamo che sia la Cgil a costruire un sindacato unitario a vocazione confederale, che unitariamente rivendichi una politica dei partiti rispettosa dei sindacati. Non un sindacato unico ma un sindacato unitario e pluralista, che sappia contrattare e produrre inclusione”.
“Lo Spi – quindi - sosterrà il nuovo Statuto dei lavoratori che la Cgil sta elaborando con grande passione e molto impegno. Ci vuole senso di responsabilità e meno grilli parlanti, perché il lavoro è garanzia di sviluppo nel rispetto di tutti i diritti. Si è scatenata una campagna diffamatoria e senza scrupoli contro gli anziani. Bisogna fermarla. La sentenza della Corte costituzionale dovrebbe spingere i nostri politicanti a meglio conoscere la fotografia delle pensioni in Italia. Sono le più tartassate d'Europa, abbiamo un sistema fiscale iniquo. E' questo che il governo deve capire prima di aprire un confronto. Inizieremo già dal 15 giugno prossimo, quando incontreremo il ministro Poletti. In quell'occasione gli diremo che obbiamo discutere e trovare una soluzione che guarda avanti, al futuro e non solo all'oggi. Il tutto a partire dai giovani ma che tenga conto anche dei più anziani. E' questo che fa il sindacato: contratta e discute”.
“I diritti – ha concluso Carla Cantone - vanno rispettati per tutti, anche per quelli che hanno una pensione tre volte sotto il minimo e che hanno mantenuto la rivalutazione, ma che continuano ad avere assegni troppo bassi. Dobbiamo aprire tutti insieme, confederazione e federazioni, una grande vertenza sul sistema pensionistico, sul fisco, sulle tasse, sul welfare tutto. Dobbiamo mettere in discussione sul serio la riforma Fornero. Apriamo la pagina delle pensioni per costruire una piattaforma per giovani e anziani. Tutti devono contribuire a lottare in questa grande vertenza, non solo le categorie. Serve una piattaforma unitaria dei pensionati, perché la sentenza della Consulta non ha risolto tutti i problemi che hanno impoverito la nostra gente. Noi siamo disposti a fare sacrifici, ma solo se finalizzati ad aiutare i giovani e non a coprire i buchi aperti dai veri privilegiati. Le categorie degli attivi imparino a conoscerci per la nostra solidarietà in ogni battaglia e vertenza che loro hanno aperto negli anni. Vorrei che capissero che la continuità della militanza non è un favore allo Spi, ma è la strada per far sentire chi lascia il lavoro che può continuare a lottare per l'uguaglianza. Tutti insieme dobbiamo sostenere il sindacato voluto da Di Vittorio all'inizio del secolo passato”.