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Fs rompe il monopolio delle ferrovie francesi e dall’11 dicembre prossimo, grazie a una nuova joint venture con la francese Veolia, partirà un nuovo collegamento veloce Venezia-Milano-Parigi con biglietti a partire da 35 € e con tutte le tipologie di servizio, posti passeggeri, cabine letto a 4 o a 6 posti, vagoni letto da 1 a 3 posti. In seguito, sottolineano, saranno disponibili anche cabine letto con doccia e bagno. Un vero colpo grosso che il numero uno di Fs, Moretti, sigla con un altro annuncio: “Ora tocca all’Alta Velocità”. La notizia salutata con il magno gaudio che da sempre accompagna le imprese italiane fuori dai confini nazionali lascia però, e soprattutto ad una bella fetta degli abitanti del paese Italia, l’amaro in bocca.
Da ieri sera infatti dalla Sicilia non si potrà più andare al Nord su un vagone letto a meno di non dover andare proprio a Roma e magari a palazzo Chigi. Perché dopo avere negli anni lentamente e pazientemente ridotto i treni notte che collegano la Sicilia al resto d’Italia, ora Fs sta andando alla stretta finale, alla realizzazione di quel piano che la Cgil di Messina aveva denunciato 3 anni fa e che prontamente Fs aveva smentito minacciando querela. “Querele a noi non ne sono arrivate - spiega il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano -. In compenso, tra smentite, tagli e promesse varie Fs sta portando avanti quel progetto”.
Il progetto datato 30 luglio 2009 che venne alla luce sottoforma di slide – probabilmente utilizzata durante qualche presentazione –, consisteva nella più classica delle piantine del Bel Paese attraversata da tante linee colorate che la legenda spiegava essere le linee ferroviarie. Alla piantina però mancava la Sicilia “Completamente sparita dalla cartografia di Fs. Così come confermava il Progetto di produzione delle ferrovie datato 2009 appunto e prontamente smentito da Fs prima e dall’allora ministro dei trasporti Matteoli. Peccato però che nel frattempo i treni a lunga percorrenza siano passati da 9 a 6”. Fs non ha mai nascosto di volersi disfare del costoso e forse poco remunerativo trasporto da e per il Continente, gravato dai costi di gestione e manutenzione delle navi traghetto impiegate per traghettare i treni.
E nel progetto finale conta di abbandonare del tutto le rotaie siciliane da dare in gestione direttamente alla Regione per fermare i propri interessi al limitare di Villa S.Giovanni. Un Piano utile certamente alle casse di FS ma non davvero per i siciliani che dovendo andare da Agrigento a Venezia, dovrebbero così prima prendere un treno fino a Messina per poi scendere, con bagagli, figli o carrozzine, imbarcarsi sulla nave traghetto, passare lo Stretto, scendere alla stazione di Villa e , sempre con bagagli figli e carrozzine, attendere la coincidenza per Venezia. Durata del viaggio, dalle 12 alle 16 ore. Mentre grazie ai miliardi pubblici investiti al nord nell’Alta Velocità/Alta Capacità si può andare da Milano a Roma no stop in 2 ore e 59 minuti, in 2 ore e 45 tra Rogoredo e Tiburtina e da Roma a Verona in 3 ore e Roma, da Salerno in giù si è rimasti indietro di decenni.
Sempre in Sicilia, su 1500 km di rete appena 250 sono a doppio binario. Il resto - 1250Km - a binario unico, fermo come tutti i progetti di ammodernamento e miglioramento, in un cassetto le cui chiavi sono in mano al Governo. Se il Mezzogiorno non è remunerativo infatti, appare normale che le aziende investano altrove. Ma la mission – per dirla alla Moretti – di un’azienda a totale capitale pubblico è il profitto o il garantire i servizi all’intero paese? Così mentre gli slogan ci ricordano che nel 150° anniversario dell’Unità il paese è più unito anche grazie FS, la Sicilia viene tagliata fuori.