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Stabilizzare tutti i precari della scuola, definire ruoli e funzioni per l’offerta formativa, sbloccare il contratto nazionale fermo da 7 anni. Sono le richieste principali che i sindacati della scuola e della conoscenza avanzano al governo, e che sono state al centro, l’8 aprile, di un incontro presso la sala Gonfalone della Regione Lombardia tra Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda della Lombardia con i rappresentanti lombardi dei partiti politici.
Durante l’incontro i sindacati hanno sollevato le proprie critiche e presentato le proposte di modifica della legge del governo per la “Buona scuola”. In tutte le regioni italiane in queste settimane si stanno svolgendo assemblee, incontri con politici locali e con le associazioni, in preparazione della manifestazione nazionale del 18 aprile a Roma.
Tre le questioni prioritarie sulle quali i sindacati vogliono sollecitare i partiti in consiglio regionale, e sulle quali si sono soffermati Silvio Colombini (Cisl Scuola), Tobia Sertori (Flc Cgil), Carlo Giuffrè (Uil Scuola), Angelo Roncoroni (Snals) e Gregorio Musumeci (Gilda), c’è innanzitutto la stabilizzazione del lavoro, “da realizzare al più presto – puntualizzano i sindacati - attraverso un piano straordinario pluriennale di assunzione di tutti i precari, compresi quelli con 36 mesi di servizio che non sono nelle Graduatorie ad Esaurimento”. I sindacati chiedono soluzioni anche per i precari idonei al concorso e con 36 mesi senza abilitazione. Le misure proposte devono riguardare sia i docenti che il personale Ata. Le assunzioni vanno attuate con una legislazione di urgenza. Per il raggiungimento di questi obiettivi le organizzazioni sindacali hanno promosso, a livello nazionale, iniziative di mobilitazione ed una manifestazione di precari nel pomeriggio del 25 marzo scorso, davanti alla Camera dei Deputati.
Riguardo a ruoli e funzioni per la definizione e l'organizzazione dell'offerta formativa, i sindacati ricordano che quest’ultima “deve tener conto delle competenze degli organi collegiali dell'Istituzione scolastica autonoma con il giusto bilanciamento dei poteri, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità dei diversi soggetti/organismi”. Infine il contratto nazionale e il ruolo della contrattazione: il rinnovo, bloccato da sette anni, “è indispensabile non solo per rimettere ordine in norme dissestate dai numerosi provvedimenti legislativi intervenuti su materie contrattuali, ma per decidere in sede negoziale tutto ciò che riguarda salario, orario, diritti e doveri del personale e definire, al contempo, i diversi livelli di contrattazione”.
All'incontro ha partecipato Fabio Pizzul in rappresentanza del gruppo del Pd. Ncd ha inviato una memoria scritta.
L’audizione in Parlamento
Il 7 aprile 2015 presso le Commissioni riunite VII Camera e 7a Senato si è invece svolta l’audizione informale delle organizzazioni sindacali sul ddl “Buona Scuola” (qui il testo consegnato alle Commissioni)
“L’impianto del disegno di legge - ha detto Domenico Pantaleo (segretario generale Flc Cgil) nel suo intervento - non è convincente, perché non innalza i livelli di istruzione, non favorisce il superamento delle disuguaglianze socio-culturali e territoriali che condizionano pesantemente gli esiti scolastici, riduce la democrazia, i diritti e la libertà di insegnamento. Per le stabilizzazioni, compreso il personale Ata, proponiamo un decreto urgente; per materie relative al rapporto di lavoro (salario, professione, carriera, orario, mobilità, periodo di prova, ecc.) serve il contratto. La scuola dell’autonomia ha bisogno di un patto di regole condivise, di trasparenza e collegialità per poter funzionare. Invece, nel ddl ci sono molte forzature sull’autonomia con scelte che possono mettere in discussione il sistema nazionale di istruzione, allargare le disuguaglianze e mettere in discussione la libertà di insegnamento”.
“Il sindacato – prosegue Pantaleo -, contrariamente alla vulgata liberista, non è una forza conservatrice ma è disponibile a trovare, nelle sedi appropriate, regole condivise per mettere la scuola nelle condizioni di accettare la sfida della modernità e della nuova realtà. Ma le riforme non si fanno con la riduzione dei diritti o calpestando la dignità del lavoro”. Il segretario generale ha concluso augurandosi che la discussione parlamentare sul ddl “favorisca un radicale cambiamento delle norme in esso contenute e sia, al tempo stesso, l’occasione per aprire un grande dibattito pubblico sui temi della scuola che agevoli un nuovo rapporto tra scuola e società”.