“Nel gergo ferroviario il macchinista viene chiamato ‘maestro’ e lui lo è stato veramente per noi. Ciao Alessandro, da tutta la Filt Veneto ci mancherai, ciao Maestro”. Così in una nota la federazione dei trasporti della Cgil del Veneto ricorda Alessandro Rocchi, segretario generale della Filt (e dal 2003 al 2008 alla guida della categoria Veneta), venuto a mancare ieri 4 novembre 2018 a 58 anni, dopo una breve malattia.
“La Cgil e la Filt del Veneto sono profondamente addolorate per la scomparsa di un compagno ed un amico intelligente ed attento che ha dato un indiscutibile e prezioso contributo alla vita del sindacato nella regione”, così in una nota della segreteria.
“Molti di noi hanno avuto l’occasione di conoscerlo da vicino e lavorare con lui quando ha diretto, per 5 anni, la categoria nel Veneto. Un incarico che ha accettato con spirito di servizio, ma che ha significato per lui sacrificare anche una parte della sua vita personale e per questo ancora lo ringraziamo”, si legge nella nota.
“Quando è arrivato qui in Veneto, provenendo da Roma, è stato particolarmente apprezzato da tutti il fatto che si sia dimostrato subito vicino alle tematiche specifiche della regione riuscendo a seguire e gestire le vertenze e legando con tutti i compagni delle Filt territoriali”, continua il comunicato.
“Ricordiamo Alessandro per la sua solida competenza e professionalità che ha portato ad importanti risultati, soprattutto nel campo contrattuale, per la determinazione che ha messo nelle estenuanti trattative che hanno portato alla firma dei contratti nazionali del settori ferroviario, del trasporto pubblico locale e della mobilità”, scrive la Filt. Che lo ricorda come “un instancabile lavoratore, capace di essere vicino ai nostri iscritti, alla nostra gente, sempre disponibile ad ascoltare e a dare un contributo”.
“Aveva una grande capacità di analisi ed una profonda conoscenza del settore e delle sue problematiche e per questo nelle vertenze contrattuali era lungimirante e coraggioso. Vedeva lontano e con la sua grande determinazione, pazienza e lucidità ha saputo ottenere solidi risultati che rimarranno nel tempo”, si legge ancora.
E, ancora: “Dava spunti inediti di visione dell’azione sindacale e godeva della stima anche delle altre organizzazioni sindacali (con cui si è sempre rapportato con spirito unitario) e di un grande rispetto della parte datoriale”.
“Oltre all’intenso impegno sindacale era un uomo che trovava il tempo per approfondire la sua cultura personale ed era piacevole stare in sua compagnia anche perché sapeva esprimere quella sottile ironia (tipicamente romana) che rendeva ancor più amabile la conversazione. Ad Alessandro piaceva fare bene le cose. In Fs era partito come macchinista, uno che ha saputo guidare bene il treno, così come ha saputo guidare il nostro sindacato”, conclude la nota.