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Un’adesione di oltre il 90% negli impianti di raffinazione, nelle reti di trasporto del gas e nella logistica. E' questo il risultato dello sciopero di oggi, 28 ottobre, per favorire il rinnovo del contratto Energia e Petrolio dei circa 35.000 addetti delle aziende del settore (Eni, Saipem, Snam, Exxon, Mobil, Totalerg, Saras, Shell, ecc.).
Lo rendono noto, “con soddisfazione”, i segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec, parlando di “sciopero riuscito” in una nota congiunta. I dati che giungono dai vari territori confermano, secondo i sindacati, “il sostegno dei lavoratori alle posizioni espresse nella dichiarazione di sciopero”, e che “la mobilitazione è riuscita anche nelle sedi direzionali, commerciali e amministrative”.
Dati alla mano, i sindacati ora auspicano “la ripresa a breve del confronto al fine di rimuovere le posizioni espresse da Confindustria Energia e arrivare ad una sintesi che ci consenta la sottoscrizione dell’Ipotesi di Accordo di rinnovo del contratto, ormai scaduto da 10 mesi”.
La rottura delle trattative era arrivata a fronte di una proposta di aumento di 65 euro per il triennio 2016-2018, esattamente la metà della richiesta dei sindacati avanzata in piattaforma (134 euro, ndr)”.
Un'offerta evidente inaccettabile per Filctem, Femca, Uiltec, ma non il solo “pomo della discordia” tra l'associazione datoriale e i sindacati. “La rottura delle trattative - hanno spiegato in una nota - è anche dovuta alla proposta di Confindustria Energia di introdurre un nuovo e penalizzante sistema classificatorio legato alla valutazione della prestazione lavorativa in alternativa a quella attuale, oltre al mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale sulla liquidazione dei 24mi delle quote degli scatti di anzianità maturate dai lavoratori che ne avevano diritto al 31 dicembre 2015”.
“Peraltro - hanno aggiunto - silenzio assoluto sulla nostra richiesta di incremento delle quote aziendali destinate al “welfare” integrativo pensionistico e sanitario, Fondenergia e Fasie per intenderci”. Infine sono in atto "tentativi di revisione peggiorativa sulla parte normativa del contratto a proposito di diritti e mercato del lavoro. Per i lavoratori turnisti c'è addirittura una richiesta esplicita di aumento delle giornate di lavoro e recupero economico sui trattamenti previsti".
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