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“La chiusura della filiale Artoni di Perugia, che attualmente dà lavoro, tra diretti e dipendenti delle ditte appaltatrici a oltre 50 persone, sarebbe un ulteriore durissimo colpo per il nostro territorio, già martoriato dalla crisi”. Così Marco Bizzarri, segretario generale della Filt Cgil dell’Umbria, commenta lo sciopero con presidio che si è svolto questa mattina (16 febbraio) davanti alla sede di Artoni, in via Sandro Penna, a Perugia. Sciopero proclamato a livello nazionale da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti nel gruppo specializzato in logistica e trasporti con sede a Reggio Emilia e filiali in tutta Italia, “vista la grave situazione che si profila in merito alla vicenda del subentro di Fercam”.
I lavoratori, insieme alla Filt Cgil, hanno presidiato il cancello dell'azienda, bloccando di fatto l’attività. Si tratta, per la maggior parte, di lavoratori in appalto, i primi - come al solito - a pagare le conseguenze di un eventuale disimpegno, vista l’assenza di una normativa sulla responsabilità solidale del committente in Italia. “Proprio per questo - osserva ancora Bizzarri - la Cgil ha promosso il referendum in materia di appalti, per poter finalmente sanare questa ingiustizia che quotidianamente penalizza i lavoratori di cooperative e ditte appaltatrici".
Più in generale, tra diretti ed indiretti, sono circa 3mila i lavoratori italiani che si troverebbero senza lavoro qualora Fercam abbandonasse pretestuosamente l’acquisizione dell'azienda.
“Serve - chiedono le organizzazioni sindacali - l’immediata prosecuzione del confronto per la realizzazione del subentro di Fercam in Artoni. La procedura attivata va rapidamente conclusa per garantire la continuità dell’occupazione e delle attività”