"Altro che i 100.000 posti di lavoro annunciati dal ministro Lupi! Con le risorse a disposizione dello 'Sblocca Italia', l'occupazione salirà di non più di 3.000 unità nel 2015, che, se tutto va bene, potranno arrivare a 8.000 addetti l'anno successivo". Così, i sindacati delle costruzioni nel corso dell'assemblea nazionale dei quadri e delegati degli edili in corso di svolgimento da stamattina a Roma. In particolare, Walter Schiavella, segretario generale della Fillea ha dichiarato: "In realtà, il decreto del Governo non sblocca niente, perchè di fondi nuovi non ce ne sono e quei pochi fruibili sono sempre gli stessi degli anni passati, vale a dire poco meno di 4 miliardi destinati all'apertura dei cantieri, di cui appena 296 milioni effettivi entro il 2015. Quello che si continua a non capire da parte della politica, è che il nostro settore, per importanza e caratteristiche, è decisivo, e senza un programma di edilizia legato ai bisogni del Paese, l'Italia non riparte". 

Oltre alla scarsità degli investimenti, quello che manca è anche l'assenza di regole certe. "In edilizia – continua Schiavella –, le norme sono importanti tanto quanto le risorse. Nello 'Sblocca Italia' c'è la tendenza alla semplificazione per rendere più rapido e semplice l'inizio dei lavori, senza bisogno della Dia o di permessi per costruire. Scelta incomprensibile, che non può essere sganciata da un parallelo e inscindibile rafforzamento dei controlli sulla qualità dell'impresa – penso al Durc per congruità anche per i lavori privati – e quindi sulla regolarità e qualità del lavoro e della sicurezza. Separare i due elementi, significa di fatto generare un abbassamento delle regole e dare un'ulteriore spinta alla deregolamentazione, contribuendo ad allargare l'area del lavoro nero e dell'illegalità". Area di per sè già estesissima, stimabile in almeno 40 miliardi tra evasione fiscale e contributiva. "Sul piano occupazionale si fa presto a fare il conto – precisa Schiavella –: 700.000 iscritti alle Casse edili contro 1.100.000 addetti secondo l'Istat. La differenza è tutto lavoro nero e irregolare".             

"Noi abbiamo fatto una serie di proposte unitarie rileva Domenico Pesenti, segretario generale di Filca Cisl –, che comprendono anche agevolazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione e per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, nel quadro di un grande progetto di riqualificazione del già costruito nelle grandi aree urbane. Di questo, nel decreto del Governo non c'è traccia, così come è saltato il regolamento edilizio unico, che avrebbe superato l'attuale 'spezzatino' comunale, consentendo di accorpare le norme tecnico-edilizie con quelle igienico-sanitarie. Inoltre, è caduto uno degli elementi di novità del primo testo dello 'Sblocca Italia', cioè l'applicazione del bonus fiscale per la riduzione del rischio sismico su tutto il territorio".         

A 'luci e ombre' il commento di Vito Panzarella, leader di Feneal Uil, sul Governo Renzi: "Esprimiamo una valutazione positva sul suo operato, che ha il merito di aver capito che il Paese riparte, se l'edilizia riparte. Ma, nel concreto, i provvedimenti finora adottati non sono assolutamente sufficienti per riavviare la macchina. Ci vuole più coraggio e soprattutto bisogna mettere più risorse a disposizione del nostro settore, ormai allo stremo  delle forze, dopo aver perso mezzo mlione di occupati dal 2008 ad oggi. Rispetto alla gravità della crisi delle costruzioni, i fondi dello 'Sblocca Italia' sono il nulla. E bisogna far presto, perchè altrimenti entro la fine dell'anno assisteremo all'ennesima morìa di lavoratori e imprese".