“L’onorevole Vallascas evidentemente confonde l'energia termica con quella elettrica. Non mi sorprende perciò che sostenga di essere favorevole all'uso e all'arrivo del Gnl senza precisare in quale modo sicuro, efficiente e poco costoso, oltre che ambientalmente sostenibile, debba essere poi distribuito alle reti locali civili e agli impianti industriali. Forse attraverso centinaia di camion cisterna messi in giro per le strade isolane, notoriamente moderne e scorrevoli, per rifornire numerosi siti criogenici di stoccaggio, ognuno col suo vaporizzatore attiguo?”. Il segretario generale della Cgil Sarda Michele Carrus risponde così alle affermazioni del parlamentare 5stelle, aggiungendo poi che “si può discutere senza preconcetti del modo migliore di realizzare la rete dorsale, in tutto o in parte, ma questo è esattamente ciò che ha fatto la progettazione realizzata e in corso d'approvazione, che prevede un'opera tutt'altro che faraonica, il cui costo inciderà per pochissimi centesimi di euro sulla bolletta di tutti gli italiani”. Il segretario ricorda anche che “i costi delle grandi infrastrutture sono quasi sempre posti a carico della collettività nazionale” e chiede: “Per quale ragione ci si deve scandalizzare se per una volta ciò accade anche per la Sardegna, come stabilito negli accordi già convalidati tra governo e Regione?”.
Carrus afferma: “Siamo tutt'altro che prevenuti, ma non si può vivere nel mondo dei sogni: occorrono tempo e notevoli sviluppi tecnologici per la completa riconversione ecologica del nostro sistema energetico, senza travolgere il sistema economico e sociale con un modernismo di facciata. E qui la Sardegna fa bene anche oggi la propria parte, perché ha impianti di produzione da fonti rinnovabili già largamente al di sopra degli obiettivi assegnati, sono semmai altre regioni italiane ad essere indietro”.
Il sindacato sottolinea inoltre che nella inevitabile fase di transizione, trentennale, il metano è il vettore prescelto dalla comunità scientifica ed economica europea e internazionale, anche se, purtroppo, importanti paesi esprimono governi che continuano a perseguire vecchi modelli competitivi a discapito del pianeta intero. Man mano che si va avanti, occorrerà anche convertire gli impianti termoelettrici isolani al nuovo combustibile di transizione – e bisogna iniziare subito a farlo per arrivarci in tempo – per assicurare la stabilità della rete energetica regionale, che le rinnovabili non possono garantire.
“Rifletta l'onorevole Vallascas sul fatto che, in difetto, l'alternativa diventerà un nuovo cavo sottomarino per collegare la Sardegna da Sud, non a caso già progettato, che costerà molto di più alle tasche dei cittadini, peraltro per condannare i sardi a una maggiore spesa per l'acquisto di energia e per limitare ancora le possibilità di sviluppo del nostro sistema economico locale, irreversibilmente condannato alla dipendenza dall'esterno per i suoi fabbisogni essenziali: è forse questo disegno che si vuole favorire?”. Insomma, conclude la Cgil, “non abbiamo bisogno di improvvisazione né attendevamo nuovi profeti per rimettere in discussione il grande lavoro fatto finora: bisogna andare avanti, alla svelta, senza perdere tempo in polemiche buone solo per la propaganda spicciola”.