“Con la continua uscita di personale e l’entrata in vigore del cosiddetto orario europeo che prevede le 11 ore di riposo nell’arco delle 24 ore di lavoro occorrono centinaia di infermieri, operatori socio sanitari e tecnici per evitare il collasso del sistema- dichiara Daniele Giordano, segretario generale Fp Cgil Veneto – per questo Zaia deve fare una scelta chiara e assumere il personale o dovremo proclamare lo stato di agitazione”.
“Non vorremmo – prosegue - che le mancate assunzioni da parte delle Ulss si traducessero in: riduzione dei servizi ai cittadini (ambulatori e sale operatorie), esternalizzazioni con un utilizzo distorto di cooperative o in un incentivo ad utilizzare 'gettoni' o altri strumenti per garantire la presenza di esterni, ad esempio, nelle guardie notturne. L’assenza di scelte da parte della regione Veneto comporterà inevitabilmente forte criticità sul versante del rischio clinico negli ospedali, della tenuta quantitativa e qualitativa dei servizi con forti e pesanti ricadute sulle liste d’attesa”.
“In questa emergenza – prosegue - gli infermieri e gli operatori socio sanitari devono fare continui doppi turni e non hanno la possibilità di recuperare nei giorni successivi. Non è più ammissibile il ricorso agli straordinari come misura strutturale per tappare i buchi di una macchina che non riesce più a reggere. Zaia aveva annunciato circa 500 assunzioni di infermieri e operatori socio sanitari, adesso leggiamo che sarebbero scesi a 100. Secondo noi servono almeno 1300 nuove assunzioni senza le quali è bene che i Veneti sappiamo che il sistema rischia di finire in ginocchio. Deve essere chiaro che la responsabilità di quello che può accadere non sarà dei lavoratori ma è del Governo Nazionale e Regionale che taglia risorse alla sanità e non attua le scelte che sarebbe necessarie. Ha poco da festeggiare l’Assessore Coletto sulla riduzione del taglio nel riparto del fondo sanitario, sempre meno risorse vorrà dire sempre meno sanità”.
“Servono scelte chiare a tutela della salute e dei lavoratori – conclude Giordano - senza le quali saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione e mettere in campo tutte le iniziative conseguenti”.