“Oggi siamo qui per ricordare la storia di Salvatore Carnevale e di sua mamma Francesca Serio. Carnevale fu colpito da sei colpi di lupara, i due colpi che lo uccisero furono indirizzati in bocca e alla testa. Una simbologia ben precisa, gli dissero di smettere di parlare e di usare l'intelligenza", ha detto oggi il segretario Cgil Susanna Camusso, ricordando Salvatore Carnevale prima al Giardino della Memoria di Ciaculli, poi nella chiesa madre di Sciara e poi al cippo a Cozzi Secchi, nelle campagne di Sciara.
E nella storia di Carnevale è importante la figura della sua straordinaria madre, che non rinuncia a chiedere giustizia e accusa i killer facendo i loro nomi. "Il messaggio che ci lascia Carnevale - ha detto ancora Camusso - è per noi incancellabile: il percorso della memoria ci indica la strada della nostra militanza, la necessità di non abbassare la guardia. Nel Giardino della memoria oggi abbiamo piantato un albero e scolpito una targa per dimostrare l'importanza della memoria, per tenere viva una storia di lotta e di sacrifici. La lotta per i diritti dei lavoratori che ci ricorda quanto oggi, nelle infinite vertenze aperte e nel nostro contrasto ai modelli sbagliati, ai tagli praticati al posto degli investimenti, al caporalato nelle campagne, sia importante continuare ad avere un'idea precisa di legalità”.
“C'è chi dice – ha aggiunto Susanna Camusso – che quelle lotte contadine subirono una sconfitta. Quegli uomini non furono eroi solitari, guidavano le masse. Non furono dei vinti. Invece dobbiamo essere grati a quelle lotte per lo straordinario cambiamento che introdussero”. “Salvatore Carnevale - ha aggiunto ancora il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso - era consapevole dei rischi che comportava quella sua attività certosina e minuziosa di sindacalista coraggioso, sempre accanto ai più deboli, sempre vicino ai contadini che venivano sfruttati e sottopagati. Il sindacato ringrazia i cronisti ed i magistrati che in questo luogo stanno raccogliendo l'Italia migliore, quell'Italia che ha dichiarato guerra alla mafia e che non è mai scesa a patti con i boss”.
E ha aggiunto Enzo Campo, conversando con i ragazzi delle scuole di Sciara: “L'unità del mondo del lavoro è la condizione per portare avanti la nostra battaglia. Allora come oggi esiste un movimento fatto di edili, metalmeccanici, contadini che continua a lottare nelle mille vertenze quotidiane per rimettere al centro il valore del lavoro, come forma di emancipazione per il raggiungimento della libertà dell'uomo. Stiamo lottando per i lavoratori del call center Almnaviva, per chiedere per loro un lavoro e un salario dignitosi, un lavoro rispettoso di leggi e contratti. Vogliamo tenere alta la bandiera che Turiddu Carnevale aveva sollevato nel vostro paese per chiedere il riconoscimento dei diritti”.