Anche per gli oltre 200 lavoratori del settore lapideo di Bergamo e provincia oggi (28 aprile) è il giorno della mobilitazione, con uno sciopero di 8 ore proclamato a livello nazionale dai sindacati edili dopo la morte di due cavatori, travolti il 14 aprile da tonnellate di marmo nella cava di Colonnata, a Carrara.
“Le due morti di Carrara hanno riproposto la drammatica questione della sicurezza nelle cave: esprimiamo il nostro cordiglio alle famiglie colpite da questa tragedia”, commentano i rappresentanti delle sigle di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Bergamo. “Oltre alla proclamazione dello sciopero, abbiamo chiesto e ottenuto un incontro in Prefettura alle 11, anche in occasione della Giornata mondiale dedicata alla salute e sicurezza sul lavoro promossa dall’Organizzazione internazionale del lavoro”.
Dal giorno dell’infortunio mortale di Carrara e fino a oggi nelle cave della provincia (70 quelle attive, fra cui quelle di estrazione di pietra presenti principalmente nelle valli Brembana e Cavallina) si sono svolte diverse assemblee in vista della protesta di oggi.
“Il problema della sicurezza sul lavoro non è solo di carattere sindacale, ma è istituzionale e sociale. Di lavoro si deve vivere, non morire”, continua la nota sindacale unitaria. “Vogliamo sensibilizzare il governo affinché predisponga la revoca delle concessioni di coltivazione delle cave alle aziende che non garantiscono l’applicazione di tutte le misure di prevenzione degli infortuni e affinché introduca procedure che permettano di selezionare solo aziende con comprovate capacità economiche, professionali e in grado di garantire la massima sicurezza nei posti di lavoro”.